Medio Oriente, Khamenei: “La ritorsione ci sarà”. Nuova strage a Gaza, la rabbia di Biden

L'Ayatollah Ali Khamenei
L'Ayatollah Ali Khamenei, Guida suprema dell'Iran. EPA/LEADER OFFICIAL WEBSITE

MO, KHAMENEI: LA RITORSIONE CI SARÀ. NUOVA STRAGE A GAZA. LA RABBIA DI BIDEN

MADRID. – La ritorsione dell’Iran contro Israele per l’attacco al consolato della repubblica islamica a Damasco ci sarà. Lo ha ribadito questa mattina anche il leader supremo iraniano, l’Ayatollah Ali Khamenei, a margine di una cerimonia di preghiera per celebrare la fine del mese sacro musulmano del Ramadan. 

Khamenei ha sottolineato che l’attacco aereo che ha demolito la rappresentanza diplomatica di Teheran all’inizio di questo mese è stato “un atto illecito” contro il territorio nazionale. “È come se avessero attaccato il nostro territorio”, ha detto l’Ayatollah per il quale “Il regime malvagio” di Israele “deve essere punito, e sarà punito”. 

Nell’attacco mirato sono rimaste uccise 12 persone: sette membri della Guardia rivoluzionaria iraniana, quattro siriani e un membro della milizia Hezbollah. Va sottolineato che Tel Aviv non ha rivendicato ufficialmente l’azione, ma egualmente si è preparato a rispondere all’annunciata risposta iraniana anche tramite il ridispiegamento di alcune unità militare impegnate nelle azioni a Gaza.

 Khamenei ha puntato l’indice anche contro le diplomazie occidentali nel loro complesso, in particolare quelle di Usa e Gb, che, “al contrario di quanto ci si sarebbe aspettato, non hanno impedito a Israele di compiere questo disastro. I governi occidentali non hanno adempiuto ai loro doveri”, ha aggiunto.

Intanto, dagli Stati Uniti, si registra l’aspra reprimenda del presidente degli Stati Uniti Joe Biden, nei confronti del premier israeliano Benjamin Netanyahu. Biden ha infatti definito senza mezzi termini “un errore” l’approccio del leader dello Stato ebraico alla guerra a Gaza. 

Intervistato da Univision, tornando sulla strage degli operatori sanitari della World Central Kitchen, l’inquilino della Casa Bianca ha definito l’accaduto “scandaloso” sottolineando che i mezzi colpiti dai droni non potevano essere scambiati per un convoglio di Hamas. Inoltre, a detta di Biden, “non ci sono scuse” per non inviare aiuti umanitari nell’enclave. 

“Quello che chiedo è che gli israeliani accettino semplicemente un cessate il fuoco, consentendo per le prossime sei, otto settimane l’accesso totale a tutto il cibo e le medicine che entrano nel paese. Ho parlato con tutti, dai sauditi ai giordani agli egiziani. Sono pronti a trasferire questo cibo. E penso che non ci siano scuse per non provvedere alle esigenze mediche e alimentari di quelle persone. Dovrebbe essere fatto adesso”.

Proprio l’indignazione seguita alla strage degli operatori umanitari della WCT ha spinto, all’inizio della settimana, il governo di Ankara a mettere in atto una serie di sanzioni commerciali nei confronti di Israele: restrizioni che cesseranno – stando a quanto reso noto dai media turchi – solo quando Tel Aviv consentirà un libero accesso agli aiuti alla popolazione assediata e varerà un cessate il fuoco.

 A ruota, anche Parigi si era detta possibilista sull’eventualità di discutere una serie di sanzioni contro Tel Aviv se la condotta bellica di Tsahal continuasse con la metodica attuale. Al contrario, questa mattina il ministro degli Esteri britannico, David Cameron, ha confermato che il governo di Londra non sospenderà le esportazioni di armi verso Israele, in quanto il Regno Unito continuerà ad agire nel rispetto del diritto internazionale”. Cameron ha infatti affermato di aver esaminato “i più recenti pareri legali sulla situazione sul campo”, ma che ciò ha lasciato “invariata” la posizione del Regno Unito sulle licenze di esportazione. 

Intanto però, le notizia che giungono dalla Striscia sono tutt’altro che rassicuranti. Nella giornata di ieri, infatti, un attacco aereo israeliano contro un edificio residenziale nel campo profughi di Nuseirat, nel centro di Gaza, avrebbe ucciso 14 persone, secondo quanto riferito dal portavoce dell’Ospedale dei Martiri di Al-Aqsa, il dottor Khalil Al-Dikran. Secondo tale fonte, la maggior parte delle persone uccise sarebbero state donne e bambini. Si conterebbero inoltre trenta feriti gravi.

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