Russia e Cina rafforzano la cooperazione strategica. Nel segno di Putin e Xi

Un incontro tra il presidente di Russia Vladimir Putin (S) e il presidente di Cina Xi Jinping (D). Archivio. ANSA/EPA/ALEXEI DRUZHININ /

MADRID. – I vertici delle diplomazie di Mosca e Pechino stringono ulteriormente le maglie della cooperazione, in un momento in cui l’offensiva russa in Ucraina sta facendo registrare progressi che gli osservatori occidentali giudicano più che preoccupanti e che, non viene nascosto, potrebbero in breve portare alla rottura del fronte con gravissime conseguenze per Kiev. 

Nella sua visita di due giorni in Cina, il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, ha infatti incontrato l’omologo cinese Wang Yi, il quale – nel corso di una conferenza stampa congiunta – ha assicurato che Pechino rafforzerà la cooperazione con Mosca. “La Cina – ha dichiaro Yi – sosterrà lo sviluppo stabile della Russia sotto la guida del presidente Vladimir Putin. 

Pechino e Mosca continueranno a rafforzare la cooperazione strategica sulla scena mondiale e si forniranno un forte sostegno reciproco”, ha aggiunto il ministro cinese, sottolineando che “il sostegno del popolo è una fonte di progresso in Russia. Credo che sotto la ferma guida del presidente Putin, il popolo russo avrà un futuro luminoso”.

Il capo della diplomazia cinese ha quindi rilanciato la linea tracciata nel marzo del 2023 da Xi Jinping durante la sua visita a Mosca, quando riaffermò che quella con Putin incarna “un’amicizia senza limiti” tra due paesi, uniti dalla comune denuncia di quella che viene presentata dai due regimi come una dannosa “egemonia occidentale” intenzionata a dominare sulla scena internazionale. 

“In quanto membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell’Onu e grandi potenze emergenti – ha aggiunto Yi – Cina e Russia devono schierarsi chiaramente dalla parte del progresso storico, dell’equità e della giustizia”, “Dobbiamo opporci a qualsiasi egemonia, tirannia o intimidazione, alla mentalità della guerra fredda e a qualsiasi incitamento alla divisione e allo scontro”, ha affermato. Wang Yi ha anche sottolineato che con Lavrov sono state analizzate la situazione nella Striscia di Gaza e in Ucraina. 

“La Cina svolgerà sempre un ruolo costruttivo sulla scena internazionale e negli affari multilaterali, senza mai aggiungere benzina sul fuoco e tanto meno trarne vantaggio”, ha affermato il massimo diplomatico cinese. A tale proposito va ricordato che Pechino sostiene da sempre una soluzione politica per porre fine ai combattimenti in Ucraina. Pechino chiede il rispetto dell’integrità territoriale di tutti gli stati, compresa l’Ucraina, ma non ha mai condannato pubblicamente la Russia per la sua operazione militare nonostante le insistenze in tal senso della diplomazia occidentale.

Da parte sua, Lavrov ha affermato che “noi e i nostri amici cinesi affermiamo chiaramente la necessità di tenere conto delle legittime preoccupazioni di tutte le parti coinvolte, principalmente nel settore della sicurezza”. Dunque, come già spiegato in altre occasioni, il ministro degli Esteri russo ha definito “inutili” eventuali trattative di pace con Kiev “che non tengano conto della posizione della Russia”, stigmatizzando la “formula di pace” del presidente ucraino Volodymyr Zelensky come nient’altro che “un ultimatum assolutamente vuoto avulso da qualsiasi realtà”. 

Mosca – ha aggiunto Lavrov – “è grata a Pechino per la sua “posizione obiettiva ed equilibrata, per la sua disponibilità a svolgere un ruolo positivo nella questione della soluzione politica e diplomatica”. In tal senso il ministro russo ha osservato che il piano di pace cinese articola chiaramente la necessità, in primo luogo, di tenere conto delle cause profonde del conflitto e, in secondo luogo, “cerca di eliminare queste cause negli sforzi di risoluzione, principalmente nel contesto di garantire una sicurezza equa e indivisibile in Europa e nel mondo”.

Lavrov ha inoltre spiegato che con Yi “abbiamo parlato molto dei compiti di garantire la sicurezza e la stabilità nella regione dell’Asia-Pacifico” per arginare “la strategia statunitense di creare in quell’area alleanze politico-militari chiuse e ristrette”, alleanze che, a detta di Lavrov, “hanno un chiaro orientamento anti-russo e anticinese”. 

“Per quanto riguarda la situazione intorno a Taiwan, che è parte integrante della Cina, siamo uniti con Pechino nel respingere qualsiasi interferenza esterna, poiché si tratta di una questione interna della Repubblica popolare cinese”, ha aggiunto il capo della diplomazia moscovita, secondo il quale “le questioni che stiamo affrontando nel campo dell’economia, del commercio, degli investimenti e dell’introduzione di nuove tecnologie si riferiscono direttamente alla lotta per l’instaurazione di un giusto ordine mondiale multipolare, dove non c’è posto per la dittatura, l’egemonia, la politica neocoloniale e pratiche coloniali”, ha concluso.

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