Gaza, Ankara avvia le sanzioni contro Israele e Parigi “ci pensa”

Foto di hosny salah da Pixabay

MADRID. – Scontro diplomatico tra Israele e Turchia sugli aiuti umanitari alla Striscia di Gaza. Il paese anatolico ha infatti deciso di limitare fortemente le esportazioni verso lo Stato ebraico “fino a quando Israele non dichiarerà un cessate il fuoco immediato e consentirà l’accesso continuo degli aiuti umanitari” nell’enclave, come si legge in una nota del Ministero del Commercio turco. 

La decisione tenta di placare la rabbia crescente della popolazione turca nei confronti dell’azione militare israeliana nella Striscia. Appena ieri, infatti, Tel Aviv aveva bloccato la richiesta turca di inviare aiuti umanitari a Gaza. “Non ci sono scuse perché Israele blocchi il nostro tentativo di paracadutare gli aiuti agli abitanti di Gaza affamati”, ha dichiarato Hakan Fidan, ministro degli Esteri turco. 

Le restrizioni commerciali riguardano cinquantaquattro prodotti, tra cui molti materiali da costruzione in acciaio, ferro o alluminio, nonché il carburante per l’aviazione. Il ministero sostiene che “la vendita di prodotti o servizi che potrebbero essere utilizzati per scopi militari da parte di Israele” non era del resto autorizzata “da molto tempo”.

Oggi si è fatto quindi sentire lo stesso presidente turco Recep Tayyip Erdogan il quale ha promesso che il paese anatolico “Continuerà a sostenere i palestinesi finché non cesserà lo spargimento di sangue a Gaza e i nostri fratelli palestinesi non otterranno uno Stato palestinese libero con Gerusalemme Est come capitale”. 

In risposta, questa mattina Israele ha promesso di adottare delle misure di ritorsione contro la Turchia, accusandola di violare gli accordi commerciali tra i due paesi. “La Turchia sta violando unilateralmente gli accordi commerciali con Israele e Israele adotterà le misure necessarie contro di essa”, ha affermato il Ministero degli Esteri di Tel Aviv in una nota. 

Da parte sua il ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz, ha criticato aspramente il presidente Erdogan per la sua presa di posizione. “Erdogan – ha detto Katz – sta ancora una volta sacrificando gli interessi economici del popolo turco per il suo sostegno agli assassini di Hamas a Gaza che hanno violentato, ucciso e profanato i corpi di donne, ragazze, adulti e bruciato vivi bambini”. 

Ma, ha aggiunto, “Israele non si sottometterà alla violenza e al ricatto e non perdonerà la violazione unilaterale degli accordi commerciali per i quali adotterà misure parallele contro la Turchia che danneggeranno la sua economia”.

Le tensioni diplomatiche potrebbero però coinvolgere nuovi attori, dato che sempre questa mattina il ministro degli Esteri francese, Stéphane Séjourné, ha suggerito che la comunità internazionale dovrebbe fare pressione su Israele imponendo “potenziali sanzioni” per costringere il governo Netanyahu a consentire maggiori aiuti a Gaza. 

“Ci devono essere leve di influenza e ci sono molteplici leve, fino alle sanzioni per consentire agli aiuti umanitari di oltrepassare i posti di blocco”, ha detto Séjourné a France 24. “La Francia – ha aggiunto – è stata uno dei primi paesi a proporre sanzioni dell’Unione Europea contro i coloni israeliani che stanno commettendo atti di violenza in Cisgiordania. Continueremo, se necessario, a ottenere l’apertura degli aiuti umanitari”. 

Intanto l’Unrwa, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, impegnata sul terreno a Gaza, ha lanciato l’ennesimo appello per la fornitura urgente di materiale umanitario all’enclave assediata. L’agenzia afferma di aver consegnato più di 10 milioni di unità alimentari e 24 milioni di litri d’acqua ai palestinesi dall’inizio della guerra in ottobre, ma ciò non è stato sufficiente a soddisfare i bisogni della popolazione.

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