In catene e no ai domiciliari: Ilaria Salis, calvario ungherese continua

Foto di Лечение наркомании da Pixabay

MADRID.  Ilaria Salis resterà in carcere a Budapest.I giudici ungheresi, al termine dell’udienza di questa mattina, hanno negato gli arresti domiciliari all’attivista e insegnante italiana, detenuta da 13 mesi per aggressione a 3 militanti neofascisti nella capitale ungherese. Gli arresti domiciliari in Ungheria, nel piano degli avvocati difensori di Salis, sarebbero stati il primo passo verso il rientro in Italia. Anche questa mattina Salis è stata tradotta in tribunale “con catene ai polsi, alle caviglie e guinzaglio” come scrive la segretaria del Pd Elly Schlein, uno schiaffo irricevibile ai diritti di una persona detenuta, di una nostra connazionale. Ci aspettiamo che il governo di Giorgia Meloni reagisca, subito”.

Secondo il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, “non va bene, vanno sempre rispettati i diritti dei detenuti, soprattutto di quelli in attesa di giudizio come prevedono le norme comunitarie: continuiamo ripeterlo. Ma non politicizziamo il processo, perché se viene politicizzato chi ne subisce più le conseguenze è la Salis”.

Per Nicola Fratoianni, leader di Sinistra Italiana e presente a Budapest insieme alla senatrice Ilaria Cucchi, “quella decisa è una misura totalmente sproporzionata: 13 mesi non bastano per questa ragazza italiana? È necessario far di tutto, il governo Meloni si svegli, faccia qualcosa per riportarla a casa. E dica al suo amico Orban che questa sua idea della giustizia e del diritto sta fuori dell’Europa”. Secondo Fratoianni “l’assenza del nostro governo qui è uno schiaffo alla Repubblica, e alla dignità del nostro Paese e alla nostra civiltà giuridica”.

A Budapest c’è anche la senatrice del Pd, Sandra Zampa, per la quale “il rifiuto degli arresti domiciliari a Ilaria Salis, che abbiamo appena ascoltato nell’aula del Tribunale di Budapest, è un fatto gravissimo perché viola i fondamentali diritti delle persone e lo stesso concetto di giustizia. A questo punto il governo italiano deve muoversi con determinazione, deferendo l’Ungheria alla Corte europea”. E Angelo Bonelli, di AVS, vuole “l’Ungheria fuori dall’Europa”.

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