Ucraina, Putin: “Aperti a soluzione diplomatica, ma non si diano F-16 a Kiev”

Vladimir Puntin tra ufficiali della Marina durante una parata militare.
Vladimir Puntin tra ufficiali della Marina durante una parata militare. (LaPresse)

MADRID. – “La Russia è sempre stata aperta a un dialogo serio e sostanziale sulla risoluzione politica e diplomatica del conflitto in Ucraina”. Così il presidente russo Vladimir Putin, in una conversazione telefonica con il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa il quale da parte sua ha dichiarato che il Sudafrica ha intenzione di continuare a battere tutte le vie diplomatiche per facilitare una soluzione politica della crisi. Ancora una volta, dunque, il leader del Cremlino non ha perso l’occasione per tentare di far passare la linea secondo la quale l’attuale mancanza di un tavolo di confronto con Kiev per mettere fine al bagno di sangue in corso da oltre due anni sarebbe dovuta esclusivamente alla chiusura della controparte occidentale. Un concetto ribadito questa mattina anche dal portavoce presidenziale Dmitry Peskov secondo il quale “l’approccio di spingere l’Ucraina a combattere fino all’ultimo ucraino è ormai dominante in Europa e non verrà cancellato”. Una strategia, secondo Peskov, presente “con sfumature diverse nell’establishment politico europeo”. Secondo il portavoce di Putin, i politici occidentali “hanno atteggiamenti diversi rispetto al tema del conflitto ucraino e alla necessità di continuare ad aumentare il grado di coinvolgimento delle capitali europee in questo conflitto. Tuttavia, ciò non cambia l’approccio dominante in Europa sulla necessità di provocare, incoraggiare l’Ucraina a combattere fino all’ultimo ucraino”.

Peskov ha quindi puntato l’indice in particolare contro il presidente francese Emmanuel Macron che “ha probabilmente assunto la posizione più radicale” nell’ambito della crisi ucraina, “avviando il dibattito sulla necessità di inviare contingenti militari stranieri”. Un’ipotesi, ha sottolineato Peskov, che “Mosca sta monitorando attentamente”. Incontrando i giornalisti nel consueto punto stampa, il portavoce del Cremlino ha inoltre evidenziato che “Buoni rapporti costruttivi a livello personale possono sempre aiutare a risolvere le questioni interstatali. Sia l’ex cancelliere Schröder che il presidente russo Putin lo hanno ripetutamente dimostrato. Quando Schröder era alla guida del suo paese, ciò ha contribuito a risolvere le questioni più difficili e a garantire il progresso movimento nello sviluppo delle relazioni bilaterali. Sfortunatamente, ora non vediamo una tale volontà politica tra gli attuali politici e non sentiamo queste parole da loro”.

A Peskov è sembrato però rispondere indirettamente, in un’intervista al quotidiano regionale Märkische Allgemeine , il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il quale ha assicurato che “oltre al forte sostegno all’Ucraina una cosa resta importante ai miei occhi: fare di tutto affinché la guerra non degeneri, il che vuol dire evitare una guerra tra Russia e Nato”. Quanto all’eventuale invio di soldati tedeschi in Ucraina, il capo del governo tedesco è stato tranchant: “Non li manderemo”, ha assicurato. Infine, per quanto riguarda le armi, Scholz continua a rifiutare la consegna a breve termine dei missili da crociera Taurus. “Allo stesso tempo, la Germania sostiene l’Ucraina con armi e munizioni più di qualsiasi altro paese in Europa. Solo per questo spendiamo più di 28 miliardi di euro”, ha affermato.
Le parole di Scholz giungono a poche ore di distanza da quelle dello stesso Putin che, in un incontro avvenuto ieri con alcuni piloti dell’aviazione da guerra russa, ha assicurato che Mosca non ha mire belliche su nessun paese della Nato e non attaccherà la Polonia, gli Stati baltici o la Repubblica Ceca, “ma se l’Occidente fornirà caccia F-16 all’Ucraina – ha avvertito – questi verranno abbattuti dalle forze russe”. “L’idea che attaccheremo qualche altro paese – la Polonia, i Paesi baltici e i cechi hanno paura di questo – è completamente insensata. Sono solo sciocchezze”, ha detto Putin.

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