Codice della strada, primo ok a riforma. Salvini: “Obiettivo salvare vite”

Incidente stradale, un'auto in fiamme ed una distrutta in mezzo alla corsia.
Incidente stradale, un'auto in fiamme ed una distrutta in mezzo alla corsia. (FOTO ANSA)

MADRID. – Con 163 sì e 107 no l’aula della Camera ha dato l’ok in prima lettura al disegno di legge in materia di sicurezza stradale e delega al Governo per la revisione del codice della strada. Il testo passa ora all’esame del Senato. La necessità dell’intervento normativo è stata ravvisata in ragione della persistenza nel nostro Paese di livelli troppo elevati di incidentalità. 

La Relazione illustrativa al disegno di legge evidenzia che nel 2021 – sul 2020 – v’è stato un aumento degli incidenti del 28,4 per cento e dei morti del 20 per cento. L’aumento dei sinistri si è esteso anche alla nuova forma di trasporto costituita dai veicoli di micro-mobilità elettrica. Tali aspetti critici erano tornati all’attenzione della Commissione trasporti della Camera nella XVIII legislatura, in occasione dell’esame dell’atto del Governo 323 (Piano per la sicurezza stradale 2030), in ordine al quale – nella seduta del 10 dicembre 2021 – la stessa Commissione aveva approvato all’unanimità un parere favorevole con osservazioni. 

“Un grande risultato, frutto di un confronto approfondito – in Parlamento e anche con tecnici, associazioni e amministratori del territorio – che riforma un codice vecchio di decenni, con più prevenzione ed educazione, e aggiornando sanzioni e norme – commenta sui social il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini – Davanti alle inaccettabili stragi sulle strade, il nostro obiettivo è salvare vite. Ora avanti con il passaggio in Senato per il via libera definitivo ad un testo di buonsenso a tutela di tutti”. 

Elena Maccanti, deputata della Lega e capogruppo del Carroccio in Commissione Trasporti,  spiega i tre principali obiettivi della riforma: “Innanzitutto ridurre e contrastare le principali cause di incidentalità, allora tolleranza zero per chi recidivo continua a mettersi alla guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti o dopo aver consumato alcol, e pugno durissimo con chi utilizza il cellulare al volante, con sospensione della patente da 15 giorni a due mesi sin dalla prima infrazione”. “Il secondo punto importantissimo – sottolinea Maccanti – riguarda la prevenzione: cioè all’interno delle nostre scuole ci saranno finalmente corsi di educazione stradale extracurricolari per gli studenti delle superiori. 

E poi regole e buonsenso sulle nostre strade: sì a piste ciclabili sicure ma crediamo che disegnare una striscia tratteggiata per terra non significhi realizzare una corsia ciclabile. Infine, interventi anche sulla micromobilità, obbligo di casco, targa e assicurazione per i monopattini e soprattutto norme severe per impedirne il parcheggio selvaggio e il continuo sfrecciare sui nostri marciapiedi. Crediamo davvero – conclude la deputata della Lega – di aver dato una risposta importante, offrendo strumenti che possano davvero prevenire e contrastare la scia di morti, spesso giovanissimi, sulle nostre strade”. 

Non dello stesso avviso le opposizioni: “Il giudizio è molto negativo: abbiamo convintamente votato contro questa riforma del codice perché non risolutiva, in quanto non migliora la sicurezza e toglie competenze ai sindaci su questioni fondamentali di mobilità come le Ztl o i parcheggi”: così Giulia Pastorella, deputata Azione, dopo l’ok della Camera al disegno di legge. 

“Un codice che ha paura dell’innovazione e ha messo in delega questioni fondamentali come la guida autonoma o l’utilizzo di simulatori per le guide” sottolinea la parlamentare, che evidenzia “poca chiarezza sul tema della mobilità dolce, con l’utilizzo delle biciclette che viene penalizzato, ed è una riforma deleteria per la micro-mobilità: i monopattini e lo sharing scompariranno nel nostro paese a causa delle regole molto dure che vengono introdotte. Ed è anche un codice ingiusto per quanto riguarda il trasporto pubblico non di linea, prediligendo i taxi rispetto agli Ncc, scelta che va in parallelo con i tre decreti attuativi sul trasporto pubblico non di linea Ncc che stanno veramente penalizzando questo settore”. 

“In generale – aggiunge – si tratta di un codice che punisce tanto, e giustamente, chi fa utilizzo di alcol e anche di droghe, per questo secondo aspetto in maniera quasi proibizionistica, mettendo a rischio ad esempio i pazienti che utilizzano cannabis terapeutica o altri tipi di farmaci. Un codice chiaramente ideologico, che riflette la visione del ministro Salvini mettendo a tacere altre forze di maggioranza che avrebbero probabilmente scritto il testo in maniera diversa. Quindi una riforma punitiva e non risolutiva” conclude Pastorella. 

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