Forza Italia vuole riformare la tassa di soggiorno: importo legato alla tariffa

La fila di turisti per entrare al Pantheon, anche se adesso a pagamento, 2023.ANSA/FABIO FRUSTACI.

MADRID. – Riformare la tassa di soggiorno, prevedendo nuove modalità di determinazione degli importi, di riscossione e anche di destinazione dei proventi. È l’obiettivo di una risoluzione presentata da Forza Italia, su iniziativa di Carlo De Romanis, Maurizio Gasparri e Claudio Lotito.

Su iniziativa di De Romanis, responsabile turismo di Forza Italia, “e ascoltate le categorie, abbiamo proposto una risoluzione che speriamo il governo metta in pratica” e che prevede un diverso criterio” per la determinazione della tassa di soggiorno, spiega Gasparri, “che oggi è in base alla categoria dell’albergo: noi diciamo che invece va parametrata alla tariffa, cioè quant’è il costo dell’albergo: chiediamo un criterio di proporzione”.

La seconda modifica riguarda la modalità di riscossione della tassa di soggiorno: “attualmente l’albergo deve praticamente fare l’esattore per conto dei comuni, cioè fare un mestiere che non è il suo: noi chiediamo di semplificare anche questa procedura, e che l’albergo faccia da controllore del pagamento, ma che ci sia uno strumento con cui il turista possa pagare direttamente al comune”.

La terza proposta prevede che gli alberghi stessi “possano partecipare nella scelta dell’impiego di questi proventi: è una tassa di soggiorno che va ai comuni, finalizzarla può anche servire al decoro urbano, può servire a interventi connessi all’accoglienza, perché se una tassa sul soggiorno potrebbe essere usata per rendere il soggiorno migliore”.

Lotito: “Cambiare una norma datata”

Secondo Claudio Lotito, “quella sul soggiorno è una norma datata, nel vero senso della parola, e nessuno ci aveva mai messo mano se non per spot elettorali. Noi ci mettiamo mano nell’interesse delle collettività”.  La proposta forzista non riguarderebbe le abitazioni private adibite a uso turistico sulle quali, ricorda Gasparri, “c’è un dibattito in corso riguardante una regolamentazione del settore tra la libertà che uno ha di destinare il suo alloggio, anche a scopi commerciali, e delle regole che servono quando uno lo fa con più appartamenti che diventano un  attività sostanzialmente quasi alberghiera: voglio dire a quelli che dicono il proprietario fa quello che vuole con le case che ci siamo anche noi proprietari che viviamo nelle palazzine dove non si capisce più niente…”.

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