Bari, Commissione del Viminale in città. Meloni: “Nessuna forzatura”

Il presidente dell'Anci, Antonio Decaro, in una foto d'archivio.

MADRID. – Nel giorno in cui il Sole 24 Ore la premia come la città con il miglior clima d’Italia, a Bari giunge la Commissione nominata dal Viminale che dovrà esaminare le presunte infiltrazioni mafiose all’interno dell’amministrazione comunale. Se a livello meteorologico il clima è buono, altrettanto non si può dire a livello politico, per via di una decisione che da giorni ha acceso lo scontro politico, con le opposizioni che contestano duramente il governo e fanno quadrato attorno al primo cittadino del capoluogo pugliese, nonché presidente del’Anci (l’associazone che rappresenta i sindaci) Antonio Decaro.

“Penso che le accuse rivolte al ministro Piatendosi siano francamente vergognose” afferma dal Molise il premier Giorgia Meloni, sottolineando la correttezza dell’operato del ministro: “L’accesso ispettivo che è stato disposto dal ministero dell’Interno non è pregiudizialmente finalizzato allo scioglimento: è una verifica che va fatta”, e “la stessa misura sarebbe stata utilizzata nei confronti di qualsiasi altro comune”. Nessun “utilizzo politico” e “nessuna forzatura”, assicura il premier.

Una precisazione in tal senso arriva anche dal sottosegretario all’Interno, Wanda Ferro: “Il Viminale ha disposto una commissione di accesso al comune di Bari sulla base delle informazioni emerse nell’ambito di una indagine che ha portato all’arresto di 130 persone e al commissariamento per mafia della azienda municipalizzata dei trasporti.

Come assicurato per le vie brevi dal ministro Piantedosi al sindaco Decaro, e come comunicato formalmente con una nota del ministero dell’Interno, la commissione non ha l’obiettivo predeterminato di sciogliere il Comune, ma è finalizzata ad accertare eventuali infiltrazioni, in particolare per quanto riguarda la partecipata. E questo è un interesse che dovrebbe stare a cuore a tutti, soprattutto alla classe politica del territorio. La decisione di nominare la commissione peraltro è stata presa sulla base di norme vigenti da decenni ed è in linea con precedenti analoghi. In proposito, va ricordato che dal 2016 sono state nominate 137 commissioni di accesso in altrettanti comuni”.

La foto che fa discutere

Intanto, fa discutere una foto (scattata nel maggio 2023) e ripresa da diversi giornali, che ritrae il sindaco con due donne, parenti del boss Capriati: “Oggi c’è un’altra puntata – così Decaro spiega in un video sui social – Stamattina mi sono svegliato e ho trovato la mia faccia su alcuni giornali nazionali, associata al termine mafia. Abbiamo avuto difficoltà a ricostruire chi fossero queste due persone, poi ho chiamato Don Franco, il parroco della cattedrale, e abbiamo capito tutti insieme che sono sì due persone parenti del boss Capriati, ma non hanno nulla a che fare il resto della famiglia. Non capisco perché siano dovute finire sui giornali nazionali solo per aver chiesto al sindaco di fare una foto davanti al loro negozio”.

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