Comites Madrid, presentato il documentario “Utopia” nella ricorrenza del 133 anniversario della tragedia

MADRID – 17 marzo 1891. Per tanti è una data sconosciuta e invece non dovrebbe esserlo soprattutto per noi che viviamo all’estero ma anche per gli italiani tutti. In quel fatidico giorno, il mare ingoiò ben 500 italiani che sognavano un futuro migliore al di là dell’oceano. Nel naufragio morirono 562 persone. 500 di loro erano emigranti italiani. È una delle tragedie più dolorose di cui è puntellata la storia della nostra emigrazione. L’altra accadde l’8 agosto del 1956 a Marcinelle. Gli uni ingoiati dal mare e gli altri dalla terra. A Marcinelle, a seguito di un’esplosione nella mina di Bois di Cazier, persero la vita 262 persone di cui 136 erano emigranti italiani.

La tragedia di Marcinelle la ricordiamo anno dopo anno e speriamo che si continui così affinché la memoria riesca a migliorare il presente. I morti annegati nel naufragio di Utopia invece sembrerebbero condannati all’oblio.

Alla fine del XIX secolo in tanti partirono disposti a tutto pur di rincorrere la speranza di un futuro migliore. Quel 17 marzo del 1891 stipati fino all’inverosimile s’imbarcarono a Trieste, Messina, Napoli e Genova sul Piroscafo Utopia che avrebbe dovuto portarli negli Stati Uniti.

Partirono con un bel tempo ma nei pressi di Gibilterra, le condizioni climatiche cambiarono e il mare raggiunse forza 9. Un’errata manovra del comandante fece scontrare Utopia con un’altra nave e rapidamente l’acqua inondò la nave arrivando per prima nelle zone più basse in cui erano ammassate donne e bambini. Cercavano la ‘Merica ed invece trovarono la morte.

Alcuni scrittori, storici, sindaci i cui paesi furono colpiti direttamente da questa tragedia, sono stati gli unici fino ad ora ad aver cercato di riscattare il loro ricordo dal silenzio.

A Madrid da vari mesi il consigliere del CGIE Pietro Mariani, sostenuto dal Presidente Andrea Lazzari e da tutto il team del Comites di questa circoscrizione, si è fatto promotore di un progetto volto non soltanto a ricordare e commemorare quegli sfortunati emigranti ma anche di restituire un volto e un nome ai cadaveri che ancora non sono stati identificati.

Lo faranno attraverso un documentario che si chiamerà Utopia basato sul saggio di Pina Mafodda, “Utopia, il naufragio tra cronaca e storia 17 marzo 1891”  la cui regia è stata affidata al noto attore e regista teatrale Fabio Bussotti.

Il Comites di Madrid ha voluto ricordare l’immane tragedia nel suo 133º anniversario. E lo ha fatto, negli studi televisivi di “EsTuTele”, presentando il suo ambizioso progetto e anche l’accordo stilato con il Collegio di Antropologia fisica e forense presieduto dal connazionale Yves Daniele. Come ha spiegato lo stesso Daniele all’interno del Collegio di Antropologia fisica e forense si è costituita un’equipe di esperti che metterà a disposizione le proprie conoscenze e strutture per restituire un nome anche a quelle salme che sono rimaste senza identificazione.

La presentazione del progetto è iniziata con il saluto del presidente del Comites di Madrid, Andrea Lazzari e dell’Ambasciatore d’Italia in Spagna, Giuseppe Buccino, che ha ricordato quello che ha rappresentato l’emigrazione per l’Italia.

“Uno Stato nuovo nasce dopo le guerre d’indipendenza – ha affermato -. Ha bisogno di tante cose. È inevitabile che in questi processi storici si creino squilibri. E questi squilibri furono curati con la medicina dell’emigrazione. Lo Stato italiano dovette facilitare il processo di emigrazione che è poi passato a far parte della nostra cultura letteraria, poetica e popolare”

Dopo aver sottolineato “l’enorme sacrificio che hanno fatto i nostri connazionali” e ricordato che non tutti “sono riusciti a raggiungere la terra promessa” e che in molti, come accadde a Ellis Island, furono “respinti perché non in perfette condizioni fisiche”, l’Ambasciatore Buccino ha messo in risalto che “l’emigrazione è sempre cambiamento, è sempre sofferenza” e non sempre miglioramento sociale. Ha detto che è un “processo profondo” che “quando non si conclude in tragedia” può trasformarsi “in storie di vita di successo”.

Dopo aver elogiato l’iniziativa del Comites che presiede Lazzari, l’Ambasciatore Buccino ha accennato anche all’importanza del “Turismo delle Radici”, una iniziativa assai interessante che sta portando avanti il nostro Ministero degli Esteri.

All’intervento del diplomatico ha fatto seguito quello del consigliere del CGIE, Pietro Mariani che ha fatto un racconto emotivo del naufragio del piroscafo Utopia che s’inabissò nelle acque di Gibilterra con il suo carico umano.

Il regista Fabio Bussotti, con un video registrato, ha illustrato per sommi capi la trama del documentario, in fase ancora di progettazione.

Hanno dato quindi il loro contributo Paolo Masini, Presidente del Museo Nazionale dell’Emigrazione Italiana; Patrick Henry Canessa, Console Onorario italiano in Gibilterra; e Fabio Turchetti compositore e musicista autore della colonna sonora che accompagnerà il documentario.

Dopo il collegamento in diretta streaming per l’omaggio floreale in “La Linea de la Concepción” dove è stato costruito un piccolo Panteon per ricordare i connazionali morti nel naufragio di Utopia, la ricercatrice Pina Mafodda in diretta zoom ha introdotto, per un breve saluto, i sindaci di Castel di Sasso, Antonio d’Avino, di San Paolo Albanese, Mosè Trolano, e di Pietrabbondante, Antonio di Pasquo. Tutti questi piccoli paesi italiani dai quali proveniva la maggior parte degli emigranti morti a Gibilterra. Hanno preso la parola anche gli scrittori Duilio Paiano e Roberto Lopes, autori rispettivamente di “Utopia, il naufragio della speranza” e “1891 il naufragio del piroscafo Utopia”.

L’evento si è concluso con un breve ma interessante intervento di Franco Savoia, membro del Comites, sull’importanza del “Turismo delle Radici” al quale faceva seguito un ottimo “Antipasto all’Italiana “curato” dal presidente dell’Associazione Cuochi Italiani in Spagna della Federazione Italiana Cuochi, Manfredi Bosco.

Nel commentare l’evento, l’Ambasciatore Buccino, attimi prima di lasciare lo studio di “EsTuTele”, ha detto alla “Voce” che “il ricordo, la memoria e il rispetto verso la nostra emigrazione sono un valore assoluto”.

“Sappiamo tutti quali sono le ragioni storiche della nostra emigrazione – ha affermato -. Tutti sappiamo cosa l’emigrazione ha rappresentato in termini di sofferenze e anche di successo”.

Ha quindi sottolineato “l’importanza delle comunità italiane all’estero come solida base per l’approfondimento delle relazioni con gli altri paesi dal punto di vista economico e sociale”.

“È finito il tempo in cui gli all’estero gli italiani erano alla base della piramide sociale – ha assicurato -. Oggi le nostre comunità si fanno valere”.

Non è mancato un accenno al “Turismo delle Radici”. Il nostro Ambasciatore ha sottolineato che oggi, a differenza di ieri, le distanze si sono accorciate. E quindi si sono moltiplicate le possibilità di tornare in quei luoghi lasciati negli anni dell’adolescenza o in cui nacquero i genitori, i nonni o i bisnonni.

“È un turismo delle radici su cui le nostre istituzioni, il Ministero degli Esteri i Comites – ha detto l’Ambasciatore Buccino – si stanno impegnando molto. Sono certo chº1ºe sia un percorso che ci darà importanti soddisfazioni.

Redazione Madrid

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