Imballaggi: Italia soddisfatta da modifiche in accordo Consiglio-Parlamento Ue

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MADRID. – Con un obbligo più attenuato di ricorrere al riuso “ma confermando un approccio ambizioso nella riduzione dei rifiuti da imballaggio che riteniamo che debba essere flessibile”, Consiglio e Parlamento europeo hanno raggiunto ieri sera un accordo sulla direttiva imballaggi che soddisfa il governo italiano, impegnato nella battaglia a difesa del riciclo (settore in cui l’Italia è leader europeo) accanto ai riuso.

“Il negoziato  tra le istituzioni europee sul regolamento  imballaggi – spiegava già ieri sera il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin – comincia ad accogliere alcune delle richieste italiane”. “Come Italia”, precisa il ministro, “siamo riusciti ad attenuare l’obbligo di ricorrere al riuso quando non sussistono delle vere motivazioni ambientali, ma confermando un approccio ambizioso nella riduzione dei rifiuti da imballaggio riteniamo che debba essere flessibile, valorizzando maggiormente le esperienze nazionali.

C’è ancora da lavorare sui divieti per alcuni imballaggi monouso, la loro portata è stata tuttavia ridotta e circoscritta alla plastica.  Il negoziato è ancora in corso, in attesa del testo definitivo, il governo italiano continua a portare avanti con forza la posizione del sistema Paese”.

Anche per il ministro delle Imprese e del made in Italy il nuovo accordo tra Consiglio UE e Parlamento Europeo sul regolamento sugli imballaggi “è un passo nella giusta direzione, che accoglie una serie di indicazioni italiane e che rimuove delle criticità inizialmente presenti nella posizione della Commissione Europea”.

Anche secondo Urso “l’impianto iniziale del regolamento sarebbe stato penalizzante, non solo per l’industria italiana del packaging, ma anche per molte filiere produttive, dall’agroalimentare alla farmaceutica. C’è ancora da lavorare nel negoziato: continueremo a sostenere le nostre aziende affinché possano operare al meglio e innovare, grazie anche all’eccellenza nel settore del riciclo, che vede l’Italia tra le più avanzate a livello internazionale”.

Secondo le nuove norme, entro il 2029, gli Stati membri dovranno garantire la raccolta differenziata di almeno il 90% annuo delle bottiglie di plastica monouso e dei contenitori per bevande in metallo. Per raggiungere tale obiettivo, sono tenuti a istituire sistemi di restituzione dei depositi (DRS) per tali formati di imballaggio, ma Consiglio e Parlamento Ue hanno convenuto di aggiungere un’esenzione dall’obbligo di introdurre sistemi di restituzione dei depositi per gli Stati membri che raggiungono un tasso di raccolta differenziata superiore all’80% nel 2026 e se presentano un piano di attuazione con una strategia per raggiungere la raccolta differenziata generale del 90% bersaglio.

Più in generale, l’accordo fissa obiettivi di riduzione degli imballaggi (5% entro il 2030, 10% entro il 2035 e 15% entro il 2040) e impone ai paesi dell’UE di ridurre, in particolare, la quantità di rifiuti di imballaggio in plastica.

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