Sicurezza stradale, in aula alla Camera il ddl che cambia le regole

Il luogo di un incidente stradale.
Il luogo di un incidente stradale. ANSA/FABRIZIO RADAELLI

MADRID. – ”Siamo molto orgogliosi per il dibattito che c’è stato in Commissione, davvero ampio. Ringraziamo il governo e il ministro Matteo Salvini per aver voluto consegnare al confronto parlamentare un disegno di legge, dopo gli interventi a spot e attraverso decreti legge della precedente legislatura”. Così Elena Maccanti, deputata e capogruppo Lega in Commissione Trasporti, relatrice del ddl di iniziativa governativa riguardante interventi in materia di sicurezza stradale e delega al governo per la revisione del codice della strada, di cui stamattina in aula a Montecitorio si è svolta la discussione generale. 

“La Commissione – ricorda Maccanti – in una prima fase ha ascoltato 91 soggetti e ha esaminato quasi 800 emendamenti: il risultato è stata l’approvazione di oltre 160 proposte emendative”. Poi, la parlamentare del Carroccio illustra i contenuti principali del provvedimento: “Il ddl si propone innanzitutto di affrontare le principali cause di incidentalità, proprio per fronteggiare il gravissimo numero di morti sulle strade: oltre 3 mila persone ogni anno perdono la vita. E lo fa occupandosi dei principali nodi: penso per esempio alla distrazione alla guida, ci saranno pene davvero severe per chi continuerà a usare il cellulare alla guida, una delle principali cause di incidenti anche mortali. La novità è che ci sarà il ritiro della patente sin dalla prima infrazione, da un minimo di 15 giorni a un massimo di due mesi”. 

Il provvedimento, spiega Maccanti, “affronta poi anche il tema della guida sotto sostanze stupefacenti e introduce l’alcolock per coloro che sono stati condannati per guida in stato d’ebrezza, strumento che non consente che la macchina si avvii se si scopre che il guidatore, soffiando, abbia bevuto”. 

“Un altro istituto molto importante, che si introduce con questo ddl governativo – sottolinea la relatrice – è quello della sospensione breve della patente: per alcune fattispecie di infrazione, le più gravi, a seconda del punteggio del guidatore è prevista questa misura. Se il guidatore ha tra 20 e 10 punti, la patente viene sospesa per 7 giorni ma sotto i 10 punti viene sospesa per 15 giorni: la ratio è quella di punire i recidivi”. 

“Infine – conclude Maccanti – abbiamo anche previsto alcune modifiche alla micromobilità elettrica: purtroppo è aumentata l’incidentalità anche per questi mezzi e le modifiche più importanti in questo campo sono l’obbligo di casco per tutti, come quello di contrassegno e di assicurazione, soprattutto per i monopattini”. 

Non dello stesso avviso Roberto Morassut, deputato Pd e vicepresidente della commissione Trasporti di Montecitorio: “Noi – afferma – abbiamo affrontato la discussione sul codice della strada con la speranza e l’obiettivo di arrivare ad un risultato che affrontasse il tema del governo e dell’uso delle reti stradali con una filosofia di fondo, ossia la possibilità di incidere su cambiamenti sostanziali che sono avvenuti nel tempo sul modo di utilizzare le reti stradali. 

Invece purtroppo ci siamo trovati di fronte ad una proposta del Governo minimale, banale, con qualche pennellata e modifica normativa, qualche inasprimento neanche troppo centrato delle norme punitive amministrative o penali, in particolare come ricordavano i relatori del provvedimento sull’uso dell’alcol e della droga alla guida dell’auto, giuste ma parziali e minimali, non sufficienti per colpire e reprimere il distorto uso delle automobili. 

Noi abbiamo cercato di introdurre una filosofia, un punto di vista nuovo: il fatto che le strade e il codice della strada non sono delle automobili, e che occorre contrastare la dittatura dell’automobile, il suo uso eccessivo, il suo uso distorto e arrogante nei confronti di altri utenti della rete stradale, che sono fragili, indifesi alla mercé di mezzi che se usati male sono delle armi. Non a caso si parla di omicidio stradale”.

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