Sei ricercatrici di successo per risvegliare tra le giovani la passione per la scienza

MADRID – Sei ricercatrici e tre consigli: seguire la propria passione, non demordere e vincere dubbi e paure. Levi Bascones, Sara Cogliati, Michela Montesi, Chantal Valeriani, Lisa Rancan e Mariella Graziano, ricercatrici di grande prestigio, hanno risposto con entusiasmo all’invito dell’Addetto Scientifico, Sergio Scopetta, che, nei giorni scorsi in occasione della “Jornada de la Mujer y de las niñas en la ciencia”, ha organizzato “Scienze = sostantivo, singolare, femminile”. È stato questo, ospitato dalla scuola Statale Italiana a Madrid, un evento orientato a stimolare la passione delle giovani studentesse verso la scienza e la ricerca.

Le ricercatrici partecipanti hanno assicurato alle giovani studentesse che seguire il cuore, la propria passione, anche se a volte può sembrare irrazionale, è sempre la carta vincente.

“Se noi ce l’abbiamo fatta, anche voi potete”, è stato il messaggio centrale.

Nel periodo neolitico, circa novemila anni prima di Cristo, l’essere umano era nomade. In continuo movimento, viveva della caccia, attività alla quale tutti partecipavano a prescindere dall’età e dal sesso. Le differenze non esistevano. Tutto è cominciato a cambiare quando l’essere umano scoprí che poteva fermarsi in un luogo e, come scrive Pablo Simón nel libro “Entender la Política”, coltivare “nelle condizioni appropriate” piante “che poi crescevano ed erano commestibili”.

Con la sedentarizzazione nacque la prima divisione del lavoro. Da lì all’esclusione sociale della donna non ci volle molto. Simón scrive anche che i molti interrogativi “sul differente comportamento tra uomini e donne, sul loro ruolo nella società, nella politica, nell’economia erano stati trascurati fino all’alba dell’ideologia femminista. Tradizionalmente le donne erano private di diritti e libertà. La loro situazione era semplicemente ignorata…”. Oggi fortunatamente non è più così. Ma, come ha detto l’Addetto Scientifico Scopetta “la partecipazione delle donne nelle scienze è ancora periferica”.

L’Addetto scientifico è intervenuto dopo le parole del Dirigente Scolastico, Massimo Bonelli,  che ha spiegato, in un auditorium gremito di giovani studenti e studentesse, quanto importanti siano per il percorso educativo degli alunni iniziative come questa. Quindi l’Addetto Scientifico Scopetta ha commentato che “gli studenti universitari in Italia sono 2 milioni, i Rettori circa 80 e, di questi, le donne appena una decina”

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– All’inizio, tra le matricole – ha aggiunto -, c’è una prevalenza femminile abbastanza alta. Poi, però, a mano a mano che si avanza, nei ruoli della carriera universitaria, c’è una inversione della curva.

Ha sostenuto che “c’è una minore presenza femminile “ai vertici anche se si parte da una situazione egualitaria”. E ha attribuito l’abbandono ai “condizionamenti, alle questioni culturali, alle tante difficoltà per accedere a quei vertici”.

Delle sei ricercatrici, Leni Bascones, dell’“Instituto de Ciencias de Materiales” di Madrid, è stata l’unica spagnola. Ha parlato della sua esperienza e delle principali “sfide future della società”

– Sfide come il cambio climatico e la trasformazione delle nostre abitudini sono importanti – ha commentato -. È necessario scoprire nuove tecnologie e migliorare quelle già esistenti. Nel futuro l’Intelligenza Artificiale sarà il nostro pane quotidiano.

Ha spiegato che la scienza tecnica sarà la chiave per incontrare nuove tecnologie nell’ambito della medicina: la robotica, la risonanza magnetica per le diagnosi…

– L’immagine che si ha – ha anche detto – è che la scienza tecnica sia una carriera solo per uomini. E, in alcuni casi, per uomini un po’ particolari. Non è così. La differenza è che le donne  siamo un po’ più… diciamo… timorose.

E ha concluso:

– Studiate ciò che realmente desiderate. Non fatevi sopraffare dai timori, dai condizionamenti sociali, o dall’immagine che si ha della carriera che vi piace.

È un messaggio, quello della professoressa e ricercatrice Leni Bascones al quale si è associata Sara Cogliati, del “Centro de Biología Molecular ‘Severo Ochoa’, UAN-CSIC” che nel 2019 ha ottenuto il prestigioso premo l’Oreal-Unesco “For women in Science”.- Spesso si hanno tanti dubbi, paura del futuro. Non li abbiate. Aprite gli occhi e cercate di guardare oltre. Solo così potrete incontrare lo stimolo di cui avete bisogno in questa tappa della vostra vita.

Dopo aver ripercorso  i momenti salienti della sua vita, che l’hanno portata da Milano a Madrid, con un linguaggio assai semplice, poco accademico e molto comprensibile, ha spiegato in cosa consiste la sua ricerca che si centra sul ruolo del mitocondrio, piccolo organismo presente nelle cellule viventi considerato la centrale energetica delle cellule, nelle differenze sessuali, nel metabolismo e nell’insufficienza cardiaca.

Cogliati ha posto l’accento sulla necessità  di una scienza inclusiva che dia “spazio a tutte le sensibilità e a tutte le esigenze”. A conclusione del suo intervento, ha citato Fabiola Gianotti che, prima donna direttrice del CERN a Ginevra, ha affermato: “la scienza non ha passaporto, non ha genere, non ha razza e non ha cultura, non ha partito politico perché la scienza è universale e unificante”.

Il primo aspetto che Michela Montesi ha sottolineato è stato che la sua partecipazione era atipica. Ed infatti, Montesi lavora nel dipartimento di “Biblioteconomía y Documentación” della Facoltà di Scienze della Documentazione dell’Università Complutense a Madrid.

– Appartengo ad un ramo delle scienze molto diverso da quelli in cui lavorano le colleghe che mi accompagnano: le scienze sociali – ha affermato.

Dopo aver spiegato di cosa si occupa e sottolineato l’importanza del suo settore, con certa malinconia ha ammesso che le donne pubblicano di meno in riviste specializzate scientifiche. E invece, nell’ambito delle scienze farlo è molto importante.

– La pubblicazione è il metodo con cui siamo giudicati. – ha spiegato -. Nel mondo delle scienze siamo sottoposti a continui processi di valutazione. E, in questi processi, la prima cosa che viene chiesto è il numero degli articoli pubblicati in riviste scientifiche. Le donne tendono a pubblicare meno e questo le penalizza.

Chantal Valeriani, del dipartimento di “Estructura de la Materia” della Facoltà di Fisica  dell’Università Complutense di Madrid, con un linguaggio assai didattico e con esempi semplici e comprensibili, ha spiegato l’importanza del settore in cui è autorevole ricercatrice. Riguardo alla scienza declinata al femminile, ha assicurato che “il numero di donne nella ricerca nell’ambito della ‘materia condensata’ è crescente”.

– Credo – ha detto – che ci sia un effetto domino; un effetto a mio criterio molto importante. Donne attirano donne. Quando una donna vede che un’altra con più esperienza ce l’ha fatta, si rende conto che non ci sono ostacoli insormontabili se non quelli che noi stessi ci poniamo. La scienza non conosce genere o razze. Tutti possono fare tutto, se vogliono e se quel che fanno piace.

Lisa Rancan, del dipartimento di “Bioquímica y Biología molecular” della Facoltà di Medicina dell’Università Computense di Madrid, ha immediatamente ricordato la sua infanzia, trascorsa “in un piccolo paesetto veneto”, e la sua passione: la medicina veterinaria, quella branca della medicina che si occupa del benessere e della salute degli animali.

Ha quindi narrato la sua storia e ha spiegato come la passione per gli animali, per la medicina veterinaria e la chirurgia d’un colpo si sia trasformata nel piacere della ricerca in laboratorio e nello studio delle alterazioni biochimiche dovute a problemi respiratori. Problemi respiratori, è doveroso spiegare, che soffrono in particolare i cani brachicefali, quelli col muso schiacciato come ad esempio il Carlino o i bulldog.

– Se si vuole fare ricerca – ha avvertito Rancan – è indispensabile fare un dottorato.

Ha quindi raccomandato alle giovani studentesse presenti di avere un obiettivo. E, in particolare, di non chiedersi cosa fare ma il perchè?

– Chiedetevi quale è la vostra passione e una volta che vi siate risposte… andate… non fatevi spaventare.

Ultima conferenziera, “last but not least”, è stata Mariella Graziano, Direttrice Esecutiva di Sistemi Aereospaziali e Robotica della GMV, che ha narrato l’importanza dei sistemi spaziali e della robotica oggi e soprattutto in futuro. Per esempio, per la vita in altri pianeti o, addirittura, in altre galassie.

– Oggi – ha spiegato ai giovani presenti che hanno seguito tutto l’evento con grande interesse – la fama è che gli ingegneri siano tutte persone noiose. Noi invece siamo pieni di curiosità, di desiderio di conoscere e di una grande creatività. Ma per raggiungere l’obiettivo bisogna avere perseveranza, conoscersi. Fermatevi a riflettere su cosa vi piace. E non permettiate che nessuno vi dica che non potete.

Sei donne di successo, sei autorevoli ricercatrici che sono riuscite a rompere il tetto di cristallo. Un evento, quello organizzato dall’Addetto Scientifico Sergio Scopetta che ha certamente gettato semi di curiosità nelle menti delle studentesse e probabilmente ne ha convinta qualcuna a seguire il cammino della ricerca scientifica.

Redazione Madrid

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