Cia: con la riforma sulle Indicazioni Geografiche, agricoltori Ue più competitivi e sostenibili

ROMA – “Finalmente arrivano buone notizie dall’Europa all’agricoltura “Made in Italy” con l’approvazione in plenaria, con una maggioranza di quasi il 90%, del nuovo Regolamento sulle indicazioni geografiche per prodotti agro-alimentari, vini e spirits. Così Bruxelles dà prova di lavorare per un modello agroalimentare più solido, orientato alla semplificazione e alla protezione degli agricoltori, in modo da renderli sempre più competitivi e sostenibili”.

Questo il commento del presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, che esprime la sua soddisfazione per una riforma orientata a dare più potere ai Consorzi e a rafforzare un sistema europeo che vede il primato italiano nell’Ue: 885 prodotti riconosciuti, con un valore complessivo di 20 miliardi di euro e un export di 11 miliardi.

“Il nuovo regolamento è importante – conclude Fini – anche perché eliminerà le falle del sistema Prosek Made in Croazia, ad esempio- che hanno consentito di sfruttare indebitamente la reputazione dei nostri prodotti ad indicazione geografica, sinonimo di eccellenza, unicità e legame con il territorio”.

De Castro: “Questa è l’Europa che vogliamo”

Il Parlamento europeo ha approvato con  520 voti a favore, 19 contrari e 64 astenuti, il nuovo Regolamento sulle Indicazioni Geografiche per prodotti agro-alimentari, vini e bevande spiritose. Il nuovo Regolamento entrerà in vigore nella prima metà di aprile.

Paolo de Castro, relatore del provvedimento per l’Europarlamento, commenta il via libera con soddisfazione: “è questa l’Europa che vogliamo, al fianco gli agricoltori per renderli sempre più competitivi e sostenibili, riallacciando quel legame con le nostre aree rurali che pare essersi smarrito negli ultimi anni”.

De Castro spiega che “il successo di oggi restituisce un esempio di come l’Europa, quando è spinta dalla giusta volontà politica, sia in grado di accompagnare gli agricoltori verso quei modelli produttivi che hanno reso la nostra filiera agro-alimentare ineguagliabile al mondo in termini di qualità e sostenibilità del cibo, grazie a un modello unico di tutela, gestione e promozione dei prodotti ad indicazione geografica, sinonimo di eccellenza, unicità e legame con il territorio”.

Grazie al Parlamento europeo, rivendica De Castro, “il nuovo regolamento farà evolvere un sistema senza eguali nel mondo, capace di generare valore senza investire alcun fondo pubblico. Come? Rafforzando i consorzi, veri motori per lo sviluppo di DOP e IGP, con maggiori e migliori responsabilità, tra cui la lotta alle pratiche svalorizzanti e la promozione del turismo ad indicazione geografica; potenziando la protezione, soprattutto a livello internazionale, online e nel sistema dei domini internet, oltre a quando le Indicazioni Geografiche sono utilizzate come ingredienti”.

E ancora, “semplificando le procedure e stabilendo che l’esame delle richieste di registrazione e modifica dei disciplinari non potrà richiedere più di un anno; non da ultimo, migliorando gli standard di sostenibilità, benessere animale e trasparenza nei confronti dei consumatori, con l`indicazione obbligatoria sull`etichetta di qualsiasi prodotto DOP o IGP del nome del produttore, e la redazione di un rapporto che spieghi l`importanza di questi prodotti in termini di sostenibilità ambientale, sociale, economica, e di rispetto della salute e del benessere animale”.

“Non solo – prosegue l’eurodeputato Pd – abbiamo eliminato una volta per tutte quelle falle del sistema che consentono di sfruttare indebitamente la reputazione delle nostre IG, come nel caso dell`aceto balsamico sloveno e cipriota, o del Prosek made in Croazia, chiarendo come eventuali registrazioni di menzioni tradizionali, come quella del Prosek, non potranno più essere prese in considerazione, in quanto identiche o evocative di nomi di Dop o Igp.”

“Dopo le crisi dovute alla pandemia, all`invasione russa dell’Ucraina e all`impennata dei costi di produzione – sottolinea il relatore del Parlamento europeo – finalmente una buona notizia per gli agricoltori europei! Ora il testimone passa nelle mani dei produttori e delle filiere, che dovranno dimostrare di essere all`altezza della sfida, e sfruttare al meglio quanto tracciato con questo Regolamento. Dal canto nostro, chiediamo la creazione di un piano d`azione europeo che possa ulteriormente supportare e consolidare un patrimonio non de-localizzabile, che coinvolge milioni di operatori”.

Askanews

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