Pisa, Piantedosi a sindacati: “Condivisione parole Mattarella, casi isolati”

Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi (Foto archivio)

MADRID. – “Condivido pienamente le parole del presidente Mattarella”: così il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, incontrando al Viminale i sindacati dopo le cariche delle forze dell’ordine ai manifestanti, in occasione di cortei pro-Palestina come quello della scorsa settimana a Pisa.

Fatti per cui il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha chiamato il ministro dell’Interno, sottolineando che “l’autorevolezza delle forze dell’ordine non si misura sui manganelli ma sulla capacità di assicurare sicurezza tutelando, al contempo, la libertà di manifestare pubblicamente opinioni”  e sostenendo che “con i ragazzi i manganelli esprimono un fallimento”. 

“Massima fiducia di tutto il governo nei confronti delle forze di polizia” ha espresso Piantedosi oggi nel corso dell’incontro con i sindacati, secondo quanto si apprende da fonti del Viminale, assicurando che “siamo di fronte solo a casi isolati in corso di valutazione e non è mai intervenuto alcun cambio di strategia in senso più restrittivo della gestione dell’ordine pubblico”. 

Il ministro spiega inoltre che “è in corso una indagine da parte della magistratura che farà piena luce su quello che è accaduto anche grazie a una completa documentazione messa subito a disposizione, completa di materiale video-fotografico realizzato dalla Digos durante la manifestazione, prassi consolidata che garantisce sempre la massima trasparenza degli operatori”. 

“Nessuna sottovalutazione” assicura, “ma un atteggiamento responsabile e disponibile anche all’analisi autocritica, come sempre avvenuto e come chiarito fin dal giorno degli incidenti”. Il ministro dell’Interno giudica infine “del tutto inaccettabili perché false e strumentali le polemiche sollevate contro il governo con l’obiettivo di accreditare nell’opinione pubblica la narrazione di una presunta strategia tesa a impedire la libera manifestazione del pensiero”. 

All’uscita dal Viminale, il leader della Cgil Maurizio Landini afferma: “Non c’è bisogno che siano tanti perché siano gravi questi episodi, il fatto che dei giovani di 15-16 anni perché stavano manifestando siano stati colpiti e manganellati di per sé è un elemento grave, che rischia anche di rompere un rapporto positivo: i poliziotti sono lavoratori, che debbono garantire ai cittadini il diritto di manifestare e di esprimere le proprie idee, questo rapporto non va in nessun modo rotto ma anzi va alimentato in termini positivi”. 

Secondo Landini “occorre mandare un messaggio opposto” rispetto a quello dell’episodio di Pisa, “del resto il  ministro ha convenuto con noi che le parole del presidente della Repubblica siano state di una chiarezza esemplare, e credo che questo richiami alla responsabilità di tutti, a partire da chi ha responsabilità politica: i poliziotti quando sono per strada obbediscono a degli ordini, quindi c’è bisogno di chiarezza”. 

“Quegli episodi non debbono più avvenire – conclude – e in nessun modo possono essere limitati il diritto e la libertà di esprimere la propria opinione. Pensiamo che nelle prossime settimane ci sarà la necessità di manifestare e di battersi per migliorare la situazione”. 

“Non possiamo accettare – afferma il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri – che ci siano persone con le mani tese che non vengono identificate mentre i ragazzi che protestano con le braccia alzate vengano manganellati: questo non è accettabile quindi ognuno si assuma le proprie responsabilità”.

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