Terzo mandato: da centrodestra a centrosinistra questione ancora aperta

Gruppo di sindaci con la fascia tricolore visti di spalle.
Gruppo di sindaci con la fascia tricolore visti di spalle.

MADRID. – Non è finita, con il voto di ieri in Commissione Affari costituzionali al Senato che ha bocciato l’emendamento della Lega, la questione del terzo mandato per i presidenti di Regione. Questione che fa discutere – e divide – sia nel centrodestra che nel centrosinistra. 

Dal governo si escludono con decisione la possibilità di rischi e ripercussioni per la stabilità dell’esecutivo, a partire dal premier Giorgia Meloni, ma il vicepremier e leader del Carroccio Matteo Salvini ribadisce che la proposta sarà ripresentata quando il decreto legge Elezioni arriverà in aula a Palazzo Madama: “Non c’è nessun problema di maggioranza e di governo”, premette Salvini, impegnato nella campagna elettorale in Sardegna, “ma deciderà il Parlamento”. 

Intanto, tra i governatori di centrodestra che fanno sentire la loro voce c’è quello della Liguria Giovanni Toti, che parla di una “spaccatura tra la politica romana e quella della periferia del Paese, una divaricazione tra centro e periferia molto pericolosa che sfiora lo scontro istituzionale visti i ricorsi che molti stanno ventilando”. 

Toti auspica poi che “Fratelli d’Italia e Giorgia Meloni facciano una riflessione, sono sempre stati un partito favorevole alle preferenze, al consenso: oggi questa limitazione non è coerente con la sua storia, come non è coerente con la storia di Forza Italia di Silvio Berlusconi”. 

Tensioni però anche nel centrosinistra, con la segretaria del Pd Elly Schlein che risponde alle perplessità del governatore dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini, espressione della minoranza interna, in merito al voto contrario espresso dai dem sul terzo mandato: “Nel Pd – spiega la segretaria a Tagadà su La7 – ci sono persone fortemente a favore del terzo mandato e persone fortemente contrarie. Noi in Direzione abbiamo provato a trovare una sintesi immaginando una riforma complessiva che, oltre al numero dei mandati, preveda i  necessari pesi e contrappesi. E questo impegno proseguirà come la  Direzione si è impegnata a fare” assicura la segretaria, che però precisa: “Ieri non si stava parlando di una riforma complessiva ma di un emendamento della Lega ‘salva Zaia’”. 

Sulla posizione del partito, intervenendo a “Un giorno da Pecora” su Rai Radio 1, si esprime anche il sindaco di Firenze Dario Nardella:  “Sul terzo mandato l’indicazione della Direzione Pd era quella dell’astensione, poi credo si sia voluto dare la priorità alla posizione unitaria delle opposizioni ma il tema rimane aperto: spero che nel partito ci sia l’occasione per ridiscuterne e per trovare una sintesi”.

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