Bocciato terzo mandato per governatori, maggioranza si divide

MADRID. – ”Nessuna spaccatura” assicurano dalla maggioranza, ma in Commissione Affari Costituzionali del Senato si arriva alla conta sull’emendamento della Lega che prevedeva il terzo mandato per i presidenti di Regione: alla fine sono 16 no, 4 sì e un astenuto. A favore, oltre alla Lega, vota Italia Viva, mentre Azione non partecipa. Vota contro il resto del centrodestra e Pd, M5s e Avs, mentre l’unico voto di astensione arriva dalle autonomie. Ritirato l’altro emendamento del Carroccio, che proponeva il terzo mandato per i sindaci dei comuni oltre i 15 mila abitanti, su cui il governo aveva espresso parere negativo. 

“Prendiamo atto della scelta che ha fatto la Commissione, piuttosto netta in termini di voto contro l’emendamento presentato dai colleghi della Lega. Non posso che ribadire che sarebbe stato meglio ritirarlo questo emendamento perché il tema è molto complesso e meritava un contesto più ordinato in cui fare questa discussione” e “un decreto legge non è lo strumento giusto, perché parla di altre cose”. 

Così il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, che aggiunge sulla questione della ricandidatura di Zaia alle Regionali del 2025: “E’ sbagliato farne una questione personale, con il sospetto che si fanno norme per ‘appiccicarle’ alla situazione personale di qualcuno”. “Ho sempre detto – aggiunge – che Zaia è stato un ottimo governatore, però la questione va depersonalizzata e andrebbe dibattuta in un contesto in cui non c’è nessuno che si sente direttamente o indirettamente coinvolto”. 

“Non drammatizzerei: abbiamo votato, ma ci sono valutazioni diverse”: così il presidente della commissione Affari costituzionali del Senato, Alberto Balboni. “La Lega ritiene – aggiunge – che sia comunque sempre un elemento di democrazia dare la parola agli elettori, altri, come me, ritengono che quando si tratta di cariche monocratiche che hanno amplissimi poteri il vincolo al mandato sia un fatto di equilibrio, l’alternanza sia un fattore di democrazia come del resto ha detto la Corte costituzionale in una sentenza di un anno fa”. 

Dunque, aggiunge l’esponente di Fdi, “un legittimo confronto di opinioni che non riguarda soltanto la maggioranza ma anche le opposizioni perché in tema di regole elettorali è giusto che sia il Parlamento a pronunciarsi. Ha fatto bene il governo a rimettersi all’Aula”. “Se la norma della Lega fosse stata approvata – conclude Balboni – non si introduceva un ulteriore mandato. Si azzerava tutto e si ricominciava da capo. Dunque i mandati per chi oggi è in carica potevano diventare cinque, sei, sette”.

All’attacco le opposizioni: “Pensiamo che infilare un emendamento come quello sul terzo mandato sia una forzatura enorme che leggiamo all’interno di un quadro complessivo: una riforma del premierato all’interno di un disegno di legge di Autonomia differenziata. Estendere ulteriormente il potere dei presidenti di Regione pensiamo sia una deriva da evitare” afferma Alessandra Maiorino, vicepresidente dei senatori M5S. “Se non è una spaccatura questa – aggiunge la capogruppo pentastellata in commissione – non so quale altra possa esserlo. E’ evidente che c’è un braccio di ferro enorme per questioni di potere”. 

“Rilevo che al di là delle discussioni di questi giorni si è visto come la maggioranza si sia divisa e l’opposizione, almeno Pd, M5S e Avs, abbia invece votato nello stesso modo” sottolinea il capogruppo di Avs in Senato, Peppe De Cristofaro. 

Passa invece, all’unanimità, l’emendamento che consentirà agli studenti fuori sede di votare alle prossime europee: “Almeno questa questione è stata risolta, è passato all’unanimità un emendamento sottoscritto da tutte le opposizioni, rispetto alla necessità di consentire agli studenti fuori sede di poter votare nel luogo dove studiano”: così Mariastella Gelmini, senatrice e portavoce Azione. 

“Incomprensibile, invece- aggiunge Gelmini – il no della maggioranza rispetto ad un’altra battaglia che come Azione abbiamo portato e continueremo a portare avanti”, per consentire di votare anche ai lavoratori e per coloro che si curano lontano dal luogo di residenza. “Sappiamo – aggiunge – che la modalità tecnica si potrebbe trovare, come è stata trovata per gli studenti: il governo e la maggioranza si ostinano a dire di no, ripresenteremo lo stesso emendamento per l’aula”.

 

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