Coppa Libertadores: per una serata il Brigido Iriarte sembrava il José Antonio Páez

La coreografia dei tifosi del Portuguesa nello stadio Brigido Iriarte.

CARACAS. – Nel bellissimo brano “Heroes” il cantante inglese David Bowie diceva “Possiamo essere eroi, anche solo per un giorno”. È il caso del Portuguesa che negli anni ’70. Una squadra entrata nella storia della Liga Futve per i cinque scudetti vinti in quel decennio per cui si é guadagnato il soprannome di “Penta”. Negli anni successivi sono state piú le amarezze che le gioie, nelle amarezze ci sono anche retrocessioni in Segunda División. Nella scorsa stagione, i tifosi della squadra di Acarigua sono tornati a festeggiare. Merito della cavalcata vincente che gli ha permesso di qualificarsi per la Copa Libertadores. Un risultato che mancava da 40 anni.

Il Portuguesa, a causa della scarsa capienza del José Antonio Páez, é stato costretto a giocare in esilio la sua gara di Coppa Libertadores. Lo stadio scelto dai “Rossoneri di Acarigua” é stato il Brigido Iriarte, fresco di restyling grazie al Preolimpico, ma nonostante i 341,6 chilometri che separano le due cittá i tifosi del “Penta” non hanno fatto mancare il suo calore ai suoi beniamini.

Stando a quanto riferito da diversi colleghi, dalla cittá di Acarigua sono partiti piú di 60 autobus per venire a sostenere il Portuguesa nel suo percorso verso “la gloria eterna”. Si stima che circa 2.500 tifosi hanno intrapreso piú di 4 ore e mezza si strada per sedersi sugli spalti del Brigido Iriarte. 

Per la cronaca la sfida tra Portuguesa e Palestino é stata vinta per 1-2 dalla squadra cilena: vantaggio dei padroni di casa con Darvis Rodríguez (9’), poi rimonta degli “Árabes” con Bryan Carrasco su calci di rigore (15’) e Gonzalo Sosa (31’). 

Da segnalare che il Brigido Iriarte non ospitava un match di Coppa Libertadores da 17 anni, l’ultimo risaliva al 22 febbraio 2007, quel giorno si affrontarono Caracas – LDU Quito: vittoria 1-0 dei “Rojos del Ávila” con una rete di Alejandro “Lobo” Guerra.

(di Fioravante De Simone / redazione Caracas)

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