Premierato: tensione in Aula al Senato, Boccia attacca Balboni

Il risultato del voto sulle pregiudiziali durante la discussione in Senato sul ddl Zan, Roma
L'Aula del Senato in una foto d'archivio.

MADRID. – Premierato ancora al centro dello scontro politico, con il dibattito che s’infiamma nell’aula di Palazzo Madama, prima del prosieguo dell’esame degli emendamenti al ddl Nordio sulla riforma penale. Al centro della contesa, quanto accaduto ieri sera in Commissione Affari costituzionali, presieduta da Alberto Balboni (Fdi).

“Ieri sera – ha detto in aula il presidente dei senatori Pd, Francesco Boccia – le colleghe e i colleghi componenti della 1a Commissione hanno, come sempre, dato il loro contributo ad un confronto non semplice, serrato, molto serio e approfondito, probabilmente sul tema più importante di questa legislatura, perché la maggioranza, con un’azione del governo e non con un’azione parlamentare intende proporre al Paese una modifica dell’impianto fondante la nostra Repubblica.

Ora, abbiamo trascorso i primi quindici-sedici mesi con molti scontri e con molti confronti, ma mai abbiamo superato alcuni limiti che riguardano il rapporto non solo tra maggioranza e opposizione, ma anche tra presidente di Commissione e componenti.

Ieri al collega Magni, in un momento che probabilmente ha coinciso con una perdita di equilibrio, speriamo solo per stanchezza, del presidente Balboni, è stato detto che sarebbe stata chiamata la forza pubblica, addirittura, in una Commissione parlamentare. Devo dire di non aver mai sentito nessun collega ipotizzare l’allontanamento di un componente della Commissione con la forza pubblica: forse intendeva gli assistenti”.

La replica

“Non esiste – aggiunge Boccia – che un presidente di Commissione faccia valutazioni, durante una seduta, sulla natura degli emendamenti presentati dalle opposizioni. Non esiste che un presidente di Commissione dica: questo va bene, questo va male, questo è ostruzionistico, questo è stato fatto apposta”.

La replica di Balboni non si è fatta attendere: “Le opposizioni mi contestano i tempi che ho dato per i subemendamenti, ma ho qui nella chat la richiesta di ventiquattro ore e io ne ho date venticinque”. E in merito al presunto dileggio nei confronti del parlamentare di Avs spiega: “Non mi sono mai permesso di ridere degli emendamenti del senatore Magni, lo hanno fatto i colleghi del Pd. Questa è la verità. Sfido chiunque a dimostrare il contrario. Chiedo un giuri’ d’onore e chiedo che vengano sentiti i funzionari che erano presenti”.

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