Dal Marocco al Kenya, ecco i primi progetti del Piano Mattei

Palazzo Madama, 29/01/2024 - Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, durante la cerimonia di accoglienza. UFFICIO STAMPA)

MADRID. – Dal centro di eccellenza e formazione sulle energie rinnovabili in Marocco alle riqualificazioni delle scuole in Tunisia, passando per i progetti sulla salute per la Costa d’Avorio. La premier Giorgia Meloni, nel suo intervento di apertura dei lavori della Conferenza Italia-Africa per la prima volta ha delineato alcuni dei progetti pilota del Piano Mattei, che insistono sui 5 pilastri che compongono il piano stesso: istruzione e formazione, salute, acqua e igiene, agricoltura; energia, infrastrutture.

Per quanto riguarda istruzione e formazione” è un pilastro decisivo – ha detto Meloni – perché ogni intervento ha bisogno generare lavoro, che a sua volta ha bisogno di istruzione e formazione: per costruire ponti, strade, ospedali, servono competenze”.

I primi progetti sono quelli in Marocco, per un grande centro di eccellenza per la formazione sul tema delle energie rinnovabili, mentre in Tunisia “porteremo avanti una riqualificazione infrastrutturale delle scuole, e scambi tra docenti e insegnanti”. Per quanto riguarda la sanità, “la prima nazione alla quale ci rivogliamo è la Costa d’Avorio, pe migliorare la qualità e l’accessibilità ai servizi primari, soprattutto per mamme e per i più fragili”.

Capitolo agricoltura: per Meloni “le terre africane sono spesso inutilizzabili, dobbiamo fare in modo che la tecnologia le renda coltivabili”. Ma l’Italia non punterà solo sulla food security “ma anche sulla food safety, cibo di qualità per tutti, ed è fondamentale il ruolo della ricerca: ma non per produrre cibo in laboratorio in un mondo in cui chi è povero si potrà nutrire solo di cibo in laboratorio. Deve essere mantenutO il legame millenario tra uomo e terra”.

I progetti in piedi in questo ambito riguardano l’Algeria (monitoraggio satellitare sull’agricoltura), il Mozambico con un progetto di valorizzazione delle esportazioni di eccellenze locali, l’Egitto dove si sperimenteranno nuovi metodi di coltivazione di mais e girasole, la Tunisia dove si lavorerà per potenziare le strutture di irrigazione per 8mila ettari di terreno, in modo da rispondere alla siccità. Inoltre, ha annunciato la premier, in Congo verranno creati pozzi alimentati solo a energia pulita, e in Etiopia verrà incentivato un progetto di purificazione della acque reflue.

Per quanto riguarda il pilastro clima-energia, Meloni ha ribadito che “siamo stati sempre convinti che l’Italia possa diventare un hub naturale per l’approvvigionamento, se usiamo l’energia come chiave di sviluppo per tutti”: l’obiettivo è “aiutare l’Africa a produrre energia sufficiente per le proprie esigenze e esportare l’eccesso, per soddisfare due necessità”. Qui tra i programmi in cantiere vengono citati lo sviluppo di una filiera di biocarburanti in Kenya che riguarderà potenzialmente 400mila agricoltori entro il 2027. “Ma per farlo servono infrastrutture di connessione tra i due continenti” come Elmed, il progetto che nel giugno 2023 la Banca mondiale ha finanziato con 268,4 milioni di dollari alla Tunisia.

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