Gaza, la Corte dell’Aja a Israele: “Prenda misure per evitare atti di genocidio”

La Corte Penale Internazionale dell’Aja ha ricevuto  nuovi casi di tortura accaduti in Venezuela. Questi casi si sommano a quelli già denunciati in passato davanti all’istanza internazionale.
Corte Internazionale dell'Aia.

MADRID. – Sì a misure cautelari per evitare che a Gaza si verifichi un genocidio, no all’obbligo di cessate il fuoco. La Corte internazionale di Giustizia, riunita oggi a L’Aja per esaminare la richiesta del Sud Africa, che aveva chiesto l’incriminazione di Israele per genocidio a Gaza, ha ritenuto che vi siano “sufficienti prove” perché vada avanti l’indagine, respingendo quindi la richiesta di archiviazione da parte di Tel Aviv, e ha emesso una serie di “misure cautelari” che Israele dovrà intraprendere nel frattempo che la giustizia faccia il proprio corso. 

La Corte internazionale di giustizia dell’Aia “è consapevole e preoccupata per la continua perdita di vite” in corso nella Striscia di Gaza a partire dal 7 ottobre 2023″ quando “Hamas ha attaccato Israele uccidendo 1.200 persone e Israele, per tutta risposta, ha lanciato una operazione di larga scala a Gaza che ha prodotto molte vittime e distruzioni” ha detto la giudice Joan Donoghue, aprendo la sessione del procedimento in cui il Sud Africa accusa Israele di genocidio. 

La Corte internazionale di giustizia dell’Aia ha ribadito che “le operazioni militari di Israele a Gaza hanno avuto come risultato molti morti tra i civili, enormi danni infrastrutturali e centinaia di migliaia di sfollati” anche se riconosce che “molte informazioni non possono essere verificate indipendentemente”.

La Corte internazionale di giustizia ha dunque intimato a Israele di prendere “ogni misura utile per evitare che a Gaza si verifichino atti di genocidio”. Secondo la Corte Onu, “è stato riscontrato il reale e imminente rischio che la situazione precipiti a Gaza prima che la Corte addivenga a un decisione finale”. Per questo la Corte ha ritenuto necessario “prendere delle misure urgenti, che non per forza possono coincidere con quelle richieste dal Sud Africa”. 

A Israele viene ordinato di prendere ogni misura necessaria “per evitare azioni volte uccisioni di gruppo, a infliggere volontariamente azioni di annientamento fisico o materiale di gruppo, alla sottomissione intenzionale, totale o parziale, di gruppi volta alla loro eliminazione”. Israele dovrà inoltre “prevenire e punire azioni di pubblico incitamento a commettere genocidio contro il popolo palestinese, intraprendere immediate misure di soccorso minimo, garantendo l’accesso di beni di prima necessità a Gaza, e fare di tutto per la conservazione delle prove delle azioni intraprese”. 

Israele dovrà infine fornire un report alla Corte, e al Sud Africa, sulla messa in pratica delle misure richieste, entro un mese.

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