Craxi, 24 anni fa la morte del leader socialista, celebrazioni ad Hammamet

La tomba di Bettino Craxi nel cimitero di Hammmet in una foto del 22 gennaio 2000. BIANCHI /ANSA/JI

MADRID. – Una parte della politica italiana celebra Bettino Craxi, mentre sull’altra sponda del Mediterraneo, ad Hammamet, in Tunisia, si tengono oggi e domani le iniziative a carattere storico-culturale organizzate dalla Fondazione che porta il nome del leader socialista, in occasione del ventiquattresimo anniversario della scomparsa; celebrazioni che quest’anno coincidono con il novantesimo della nascita dell’ex presidente del Consiglio, che ricorre il 24 febbraio.

Nato a Milano nel 1934, Craxi fu deputato dal 1969. Nel luglio 1976 Craxi  fu eletto segretario nazionale del Psi, perseguendo una linea politica tesa al rafforzamento del ruolo autonomo del Psi verso il Pci. Dall’agosto 1983 al marzo 1987 guidò consecutivamente due governi di coalizione tra Dc, Psi, Psdi, Pli, Pri.

Coinvolto nelle inchieste giudiziarie su tangentopoli, nel febbraio 1993 si dimise da segretario del Psi. Nell’aprile 1993, in un discorso alla Camera passato alla storia, in occasione delle richieste di autorizzazione a procedere nei suoi confronti, riconobbe il finanziamento illegale dei partiti, ma estese le responsabilità del fenomeno a tutto il sistema politico, deprecando il “processo di criminalizzazione dei partiti e della classe politica”.

Processato e in seguito condannato, continuò a difendere le sue posizioni dalla Tunisia, dove si era ritirato nel 1994 e dove il 19 gennaio di 24 anni fa veniva a mancare. “Uomo politico di indubbio rilievo dell’Italia repubblicana – lo definisce in un videomessaggio il presidente della Camera, Lorenzo Fontana – Egli ha vissuto da protagonista uno dei periodi più vivaci e complessi della nostra storia.

La sua azione e le sue scelte hanno lasciato un’impronta indelebile nella scena pubblica del nostro Paese. Presidente del Consiglio di due governi, Craxi si fece interprete dei ceti più dinamici e produttivi, non dimenticando i più deboli. La sua vittoriosa battaglia sul costo del lavoro, con il taglio di tre punti di scala mobile, contribuì ad abbattere l’inflazione. L’Italia divenne la quinta potenza industriale del mondo. Fu firmato un nuovo concordato fra lo Stato italiano e la Chiesa cattolica”.

“Altrettanto incisiva fu la politica internazionale dei governi che ha presieduto. Craxi, rinsaldò i legami atlantici dimostrando al tempo stesso autonomia decisionale nello scacchiere Mediterraneo e mediorientale, con particolare attenzione al mondo arabo – aggiunge Fontana –

Le vicende degli anni Novanta che videro la fine della cosiddetta prima Repubblica rappresentano un tema ancora oggi controverso e divisivo, Come tale va affrontato soprattutto in sede storiografica, ancor prima che politica. Auspico in proposito che il lavoro degli storici continui a fornirci una ricostruzione sempre più completa e veritiera di quell’epoca”.

“E’  stato uno dei grandi protagonisti della politica italiana del secondo  dopoguerra. Un leader socialista che ha reso l’Italia più forte in  Europa e nel mondo” scrive su X il vicepremier Antonio Tajani.

Stefania Craxi, figlia di Bettino, attualmente senatrice di Forza Italia e presidente delle Commissioni Esteri e Difesa del Senato, in una nota afferma che “a ventiquattro anni dalla sua scomparsa, il messaggio politico di Bettino Craxi è più attuale che mai”, anche se “rimane oggi il dolore per una grande ingiustizia, il pensiero che ad ogni anniversario i miei figli debbano attraversare il mare per deporre un fiore sulla tomba del nonno. Una tragedia umana prima che politica, con la quale una parte del sistema politico non sa, non vuole e non può fare ancora i conti”.

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