Medio Oriente, spirale violenza arriva in Pakistan: missili iraniani sui sunniti

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MADRID. – Si allarga a macchia d’olio l’ondata della violenza scatenatasi in medio oriente dal blitz di Hamas in Israele del 7 ottobre scorso. Mentre si teme sempre più il deflagrare di un conflitto aperto tra lo Stato ebraico e il potente esercito di Hezbollah in Libano, la situazione diventa sempre più calda anche in altri Paesi.

Da ultimo, nella notte si sono registrati una serie di attacchi iraniani diretti in territorio pakistano, apparentemente mirati contro un gruppo militante sunnita. L’azione ha provocato la ferma protesta del ministero degli Esteri secondo il quale due bambini sono stati uccisi e altri tre feriti in quello che ha definito un attacco aereo “illegale”.

Il dicastero ha quindi convocato l’alto diplomatico di Teheran a Islamabad per protestare contro la “violazione non provocata del suo spazio aereo”. Secondo testimonianze raccolte sui social media pakistani gli attacchi iraniani, condotti con missili e droni, erano mirati alla provincia del Balochistan, che si trova lungo il confine di 1.000 km tra i due paesi.

Secondo Teheran, gli attacchi sarebbero stati decisi per colpire le alle basi del gruppo militante sunnita Jaish al-Adl, ma è chiaro che l’accaduto è destinato a rendere ancora più precari i già infuocati rapporti tra Iran e Pakistan le cui forze armate, va ricordato, sono dotate anche di armi nucleari.

Gli attacchi in Pakistan si sono registrati a meno di 24 ore da azioni analoghe condotte in Siria e Iraq, nell’ottica di una serie di rappresaglie condotte da Teheran in seguito al doppio attentato suicida nella città di Kerman del 3 gennaio che ha ucciso più di 80 iraniani. Azioni terroristiche rivendicate dallo Stato Islamico anche se non è escluso che Teheran creda nel coinvolgimento anche dei sunniti di Jaish al-Adl.

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