Medio Oriente: 24.100 palestinesi uccisi a Gaza dal 7 ottobre

Fermo immagine di un servizio Ansa sulle truppe americane in Medioriente.
Fermo immagine di un servizio Ansa sulle truppe americane in Medioriente.

MADRID. – Secondo l’ultimo bilancio delle vittime nella Striscia di Gaza, dal 7 ottobre un totale di 24.100 palestinesi sono stati uccisi e 60.834 feriti negli attacchi israeliani. I dati sono stati forniti dal ministero della Sanità palestinese dell’enclave, gestito da Hamas, e di basa sui rapporti degli ospedali della Striscia. Secondo la stessa fonte nelle ultime 24 ore sarebbero stati uccisi 132 palestinesi e 252 sarebbero rimasti feriti.

Abbattuto missile Houthi

Non si placa la tensione nel Mar Rosso dove nella notte gli aerei da caccia statunitensi hanno abbattuto un missile da crociera antinave lanciato dai ribelli filoiraniani Houthi dello Yemen contro il cacciatorpediniere americano USS Labon. L’incidente non ha provocato feriti o danni, come reso noto dal Comando Centrale degli Stati Uniti (Centcom), che ha diffuso la notizia in un comunicato su X. Secondo la stessa fonte il missile è stato abbattuto vicino alla città portuale di Hodeidah, nello Yemen.

Questa mattina, intanto, il segretario alla Difesa britannico, Grant Shapps, ha affermato che Londra “aspetterà e vedrà” prima di decidere se lanciare nuovi attacchi contro gli Houthi. “Aspettiamo e vediamo cosa succede, perché non è che vogliamo essere coinvolti in azioni nel Mar Rosso. Ma in definitiva la libertà di navigazione è un diritto internazionale”, ha detto Shapps a Sky News, quando gli è stato chiesto se la Gran Bretagna avrebbe effettuato ulteriori attacchi.

Fronte terrestre

Venendo al teatro terrestre, secondo le Forze di Difesa Israeliane (IDF), nelle ultime ore Tsahal avrebbe ucciso cinque militanti che stavano cercando di “localizzare armi” nel nord di Gaza e altri due che stavano caricando armi su un veicolo nel sud del territorio. In un aggiornamento operativo l’esercito con la Stella di David ha specificato di aver anche fatto irruzione in un “centro di comando” di Hamas a Khan Younis, confiscando dozzine di armi e attrezzature subacquee appartenenti alle forze navali di Hamas.

L’IDF ha scritto su Telegram che le sue truppe “continuano a prendere di mira gli agenti e le infrastrutture terroristiche nella Striscia di Gaza” e ha affermato che in un’operazione condotta ieri è stato appurato che armi, ordigni esplosivi e munizioni erano stati collocati “all’interno della stanza di un bambino nella residenza di un terrorista di Hamas”.

Usa: Israele riduca gli attacchi

Sul fronte diplomatico, si registrano segnali provenienti da Washington e Pechino. Da parte sua, la Casa Bianca ha infatti affermato che “è il momento giusto” perché Israele riduca la sua offensiva militare nella Striscia, nonostante i leader dello Stato ebraico abbiano nuovamente promesso di portare avanti senza alcun cedimento la loro offensiva contro Hamas. Intervistato dalla CBS, il portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale, John Kirby, ha infatti dichiarato che gli Usa continuano a premere su Tel Aviv per una “transizione verso operazioni a bassa intensità” a Gaza.

“Crediamo che sia il momento giusto per questa transizione. E stiamo parlando con loro di farlo”, ha detto Kirby, incalzato dai giornalisti per un commento alle ultime dichiarazioni del primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, che sabato in un discorso televisivo aveva affermato che la guerra contro Hamas continuerà “fino alla fine, fino alla vittoria totale”.

Pechino: Ora road map per la pace

Da sottolineare anche la richiesta del ministro degli Esteri cinese Wang Yi di una conferenza di pace israelo-palestinese “ampia e autorevole” e un calendario per attuare una soluzione a due Stati. Parlando ai giornalisti dopo i colloqui con il ministro degli Esteri egiziano Sameh Shoukry al Cairo, Wang ha affermato che la comunità internazionale dovrebbe “ascoltare” attentamente le legittime preoccupazioni in Medio Oriente.

Un portavoce del ministero degli Esteri cinese ha affermato lunedì che la road map deve essere “vincolante”. “Per quanto riguarda i tempi, il luogo della conferenza e il luogo in cui potrebbe essere ospitata, penso che debba essere determinato da tutte le parti attraverso una consultazione”, ha detto Mao Ning in una regolare conferenza stampa a Pechino. “La Cina accoglie con favore anche il ruolo attivo delle Nazioni Unite a questo riguardo”, ha affermato.

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