Yemen, Stati Uniti e Usa attaccano basi ribelli Houti

Foto di cagrikarip da Pixabay

MADRID. – È scattato quando era poco dopo la mezzanotte in Italia un attacco militare in YEMEN da parte di Stati Uniti e Gran Bretagna in YEMEN contro le basi degli houti, miliziani appoggiati dall’Iran. Colpiti l’aeroporto ed altri obiettivi nella capitale Sana’a e le città di Saada, Hodeidah, Dhamar, Taiz e Zabid.

Ad appoggiare l’operazione anche Canada, Australia, Paesi Bassi, Danimarca, Germania, Nuova Zelanda, Corea del Sud Bahrein. In una nota congiunta le forze in campo spiegano che “il nostro obiettivo resta quello di allentare le tensioni e ripristinare la stabilità nel Mar Rosso”.

Il presidente Usa Joe Biden ha riferito che l’attacco dal punto di vista militare è stato un “successo” e ha ribadito che gli Stati Uniti e i loro alleati “non tollereranno” attacchi da parte degli houti mentre il premier britannico Rishi Sunak ha affermato che il Regno Unito “difenderà sempre la libertà di navigazione e il libero commercio” e ha parlato di attacchi “necessari” e “proporzionati”.

“Il nostro Paese è stato sottoposto ad una massiccia aggressione da parte di navi, sottomarini e aerei da guerra”, “l’America e la Gran Bretagna devono prepararsi a pagare un prezzo pesante e a sopportare tutte le terribili conseguenze di questa palese aggressione” la replica viceministro degli Esteri dei ribelli sciiti Hussein Al-Ezzi.

Il portavoce dei ribelli Mohammed Abdulsalam ha scritto su X: “Non c’è assolutamente alcuna giustificazione per questa aggressione contro lo YEMEN, poiché non c’era alcuna minaccia alla navigazione internazionale nel Mar Rosso e nel Mar Arabico, e gli attacchi hanno colpito e continueranno a colpire le navi israeliane o quelle dirette ai porti della Palestina occupata”.

L’effetto immediato dei raid ha visto schizzare in alto i prezzi del petrolio. Il ministero degli Esteri di Riad ha affermato in una nota: “Il Regno dell’Arabia Saudita segue con grande preoccupazione le operazioni militari” ed ha invitato ad “evitare un’escalation”.

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