Autonomia: in Senato centrodestra fa muro su ddl Calderoli. Opposizioni: “Stravolte regole”

Roberto Calderoli, vice presidente del Senato e senatore della Lega, durante la discussione generale sul decreto fiscale al Senato.
Nella foto d'archivio Roberto Calderoli, quando era vice presidente del Senato. ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

MADRID. – L’aula del Senato ha bocciato, per alzata di mano, la proposta di modifica del calendario avanzata dalle opposizioni, che prevedeva di dare precedenza in aula al ddl di iniziativa popolare di revisione costituzionale del Titolo V, rispetto al disegno di legge Calderoli sull’autonomia differenziata. Come da calendario, il ddl governativo arriverà in aula il 16 gennaio. 

All’attacco le opposizioni: “E’ del tutto evidente la forzatura che la maggioranza sta facendo a palazzo Madama. Viene a galla quello che da tempo abbiamo denunciato: lo scambio tra Lega e Fdi sull’autonomia differenziata e premierato. In barba ai regolamenti, imponendo la forza dei numeri, invece di discutere prima la proposta di riforma costituzionale di iniziativa popolare, la maggioranza impone al Senato di procedere a tappe forzate sull’autonomia differenziata. Il ministro Calderoli ha di fatto occupato per mesi la commissione Affari costituzionali per imporre un provvedimento che sfascia l’unita’ del Paese” denuncia il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia, conversando con i giornalisti a palazzo Madama dopo il voto sul calendario. 

La Lega, naturalmente, rivendica le scelte di maggioranza  e governo, e tramite il capogruppo Massimiliano Romeo difende il suo cavallo di battaglia: “Come Lega respingiamo la proposta di invertire i punti in calendario, riteniamo giusto dare precedenza all’attuazione della Costituzione con l’applicazione dell’autonomia, piuttosto che alla modifica della Carta, che casualmente arriva in Aula proprio ora. 

L’iter del ddl Calderoli è stato ampiamente approfondito in questi mesi dalla commissione, al contrario del ddl costituzionale che viene calendarizzato d’ufficio. Inoltre, se è vero che giustamente bisogna rispettare la volontà popolare dei firmatari del ddl di iniziativa popolare, allora è altrettanto vero che bisogna rispettare la volontà di quei milioni di lombardi e veneti che si sono espressi nel 2017 con i referendum. 

Senza dimenticare la richiesta di maggiore autonomia formulata dall’Emilia-Romagna di Bonaccini e Schlein, che oggi si riscoprono contrari ma prima erano favorevoli. Questa incoerenza – aggiunge Romeo – genera il sospetto che si cerchi solo lo scontro politico, ma ci siamo ripromessi di essere più miti con l’anno nuovo. Ecco perché, come ha detto anche la senatrice Segre all’inizio della legislatura, siamo per dare piena attuazione alla Costituzione, che già prevede l’autonomia”.  

 (Redazione/9colonne)

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