A Gaza un Natale di sangue, Netanyahu: “Non ci fermiamo”

Il primo ministro d'Israele Benyamin Netanyahu.
Il primo ministro d'Israele Benyamin Netanyahu. (ANSA)

MADRID. – Com’era purtroppo prevedibile, quello di Gaza è stato un Natale di sangue. Anche se non ci sono dati definitivi, è comunque certo che più di cento civili, tra cui decine di donne e bambini, abbiano perso la vita nella giornata di ieri in seguito agli attacchi israeliani nei campi di Al-Maghazi e Al-Bureij.

Medici senza frontiere parla di 131 morti e 209 feriti. Altre 23 persone sono state invece uccise a Khan Younis, mentre almeno otto in altri attacchi aerei su case e strade ad al-Bureij e al-Nuseirat. Per il ministero della Sanità di Gaza, controllato da Hamas, dal 7 ottobre gli attacchi israeliani hanno provocato la morte di 20.674 persone e il ferimento di altre 54.536. secondo la setssa fonte, nella sola giornata di ieri sarebbero stati uccisi 250 palestinesi e il doppio sarebbe rimasto ferito.

Una strage continua (ma quella di ieri è stata una delle più pesanti nelle ultime undici settimane) contro la quale si è scagliato ieri papa Francesco nel suo messaggio di Natale sottolineando che gli attacchi israeliani a Gaza stanno provocando un “raccolto spaventoso” di civili innocenti. Il pontefice è quindi tornato ad implorare l’immediata cessazione delle operazioni militari nonché “una soluzione alla disperata situazione umanitaria attraverso l’apertura alla fornitura di aiuti umanitari”.

Il cessate il fuoco sempre più lontano

Al momento, però, il cessate il fuoco sembra lontano. Hamas e la Jihad islamica hanno infatti respinto il piano egiziano che proponeva di cedere il potere nella Striscia di Gaza in cambio di una tregua permanente. Entrambi i gruppi, che hanno avuto colloqui separati con i mediatori egiziani al Cairo, hanno rifiutato di offrire qualsiasi concessione oltre al possibile rilascio di altri ostaggi sequestrati il 7 ottobre.

Netanyahu: Continuiamo a combattere

Dall’altra parte della barricata, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha promesso di espandere l’operazione a Gaza, affermando che la guerra “non è vicina alla fine” e che il conflitto “richiederà molto tempo”. “Non ci fermiamo – ha detto Netanyahu – . Continuiamo a combattere, e intensificheremo i combattimenti nei prossimi giorni, e i combattimenti richiederanno molto tempo e non sono vicini alla conclusione”. Intervenendo in parlamento, il premier ha specificato che “Israele non riuscirà a liberare i rimanenti ostaggi detenuti a Gaza senza una forte pressione militare”.

(Redazione/9colonne)

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