Farmindustria: “Bene manovra, ma sforzo in più su spesa diretta farmaci”

Il bancone di una farmacia a Codogno..
Il bancone di una farmacia a Codogno.. (Photo by Miguel MEDINA / AFP)

MADRID. – “Nella manovra apprezziamo quello che è già stato fatto, quindi i tre miliardi aggiunti al Fondo sanitario: bene per i cittadini. E anche l’azione di rimodulazione della spesa, rispetto allo 0,2% in più che è stato aggiunto” sulla spesa diretta dei farmaci “per ridurre il payback: ci aspettiamo che si faccia un ulteriore piccolo sforzo, dello 0,1%, riportando la spesa diretta all’8,6% e si valuti lo spostamento dei farmaci innovativi nel fondo degli innovativi”.

Così il presidente di Farmindustria, Marcello Cattani, incontrando la stampa. “In più – aggiunge – nel 2024 sarà necessario lavorare per rivalorizzare quelle classi di farmaci essenziali e critiche per i cittadini, ovvero i salvavita, che sono state de-valorizzate causa liste di trasparenza e tagli di prezzi nei decenni precedenti: antibiotici, neurolettici, diuretici, antiaggreganti, per indicarne solo alcune. Quindi dobbiamo lavorare insieme per ridare sostenibilità industriale e ridurre il rischio delle carenze”.

Un settore davvero “in buona salute”, quello della nostra industria farmaceutica, nonostante la contingenza non facile: “Una stima della crescita organica del valore della produzione del settore per il 2023 dovrebbe essere intorno al 9-10%” annuncia il numero uno di Farmindustria, che aggiunge: “Abbiamo la forza della prima industria farmaceutica europea, con un valore integrato di filiera, dalla ricerca e sviluppo alla produzione di farmaci, e una dedizione all’export: quindi l’Italia è un ponte per esportare farmaci verso tutto il mondo.

Tutto ciò è confermato dal dato del 2022, in cui il 97% di quello che è stato prodotto nel nostro Paese contribuisce all’export.  Il saldo resta positivo di circa 9 miliardi, ma soprattutto se guardiamo all’indotto si superano abbondantemente i 100 miliardi di valore, per cui contribuiamo circa al 2% del Pil in maniera diretta, ma molto di più in maniera indiretta garantendo salute e sviluppo economico”.

“Riteniamo che l’eccellente collaborazione avviata con il governo Meloni stia riconoscendo il valore, non solo economico, del settore” spiega Cattani, che esprime particolare apprezzamento per quattro interventi del governo: la riforma dell’agenzia del farmaco; quello per una ricerca clinica più snella e veloce, l’opposizione alla proposta di revisione della farmaceutica europea, che vuole ridurre il termine di protezione brevettuale, “mentre Usa e Cina l’aumentano: se l’innovazione non viene attratta va da un’altra parte, e il primo paese a rimetterci sarebbe l’Italia che ha l’industria farmaceutica più forte”.

Infine gli interventi in legge di bilancio: “Rispetto al Pil – sottolinea Cattani – siamo ancora deficitari ma veniamo da anni di tagli, dobbiamo guardare al dato secco: sono stati messi miliardi nonostante il perimetro economico difficile e questo è positivo”. Oltre al ministero della Salute e al ministero delle Imprese e del Made in Italy, il presidente di Farmindustria mette in evidenza il ruolo della Farnesina: “Ringrazio il ministro Tajani che sta davvero gestendo le relazioni politiche internazionali con grandissima lungimiranza e sensibilità, facendo dei ponti per valorizzare le eccellenze italiane: l’Italia sta cercando di alzare la testa nei grandi capitoli internazionali”.

(REDAZIONE/9COLONNE)

Lascia un commento