La contro-manovra di Alleanza Verdi Sinistra: no Ponte Stretto, tassa su extraprofitti e grandi patrimoni

Bonelli di EuropaVerde e Fratoianni di Sinistra Italiana.

MADRID. -Una contro-manovra socio-climatica”, da contrapporre nelle intenzioni a quella “non sostenibile” varata dal governo Meloni e che andrà approvata dal Parlamento entro fine anno, “senza emendamenti della maggioranza, un unicum” come spiega Peppe De Cristofaro, ma con i molti presentati delle opposizioni.

Quello presentato oggi da Alleanza Verdi è un piano di bilancio alternativo ambizioso e articolato che punta da affrontare le sfide climatiche e sociali contemporanee. La proposta si focalizza su diverse aree chiave, che spaziano dalla ridistribuzione della ricchezza al potenziamento delle infrastrutture: una alternativa a quella presentata dal Governo Meloni “che di 24 miliardi ne mette 16 a carico delle future generazioni perché aumenta il debito per investire in maniera poco oculata in settori che comprometteranno il futuro, che va a ridurre la spesa sanitaria dell’1,9%, non tenendo conto dell’inflazione e dell’aumento della spesa energetica, e le cui uniche misure espansive sono temporanee” spiega Angelo Bonelli.

Il progetto prevede un significativo incremento dei canoni annuali per le attività di ricerca di idrocarburi, nonché misure più incisive per recuperare gli extraprofitti evasi dalle società energetiche. Tali introiti saranno destinati al “Fondo Emergenziale per i Costi Energetici”, con una prevista copertura di bilancio derivante dal recupero dell’evasione stimata in circa 8 miliardi di euro.

Nel mirino di Avs c’è anche il finanziamento al Poste sullo Stretto di Messina contenuto nella manovra ‘ufficiale’ del governo, per Nicola Fratoianni “il segno di un imbroglio perché dietro la parola chiave del ‘non ci sono risorse’ nasconde il come vengono usate quelle che ci sono”: Alleanza Verdi Sinistra intende riallocare i fondi per il Ponte, destinandoli invece alla progettazione e realizzazione di collegamenti ferroviari diretti tra diverse città del Sud Italia: questa redistribuzione delle risorse, pari a 11.630 milioni di euro fino al 2032, mira a migliorare l’accessibilità e la connettività nelle regioni meridionali.

Per ridurre le disuguaglianze e garantire una redistribuzione più equa della ricchezza, AVS ripropone poi un’imposta straordinaria sui grandi patrimoni superiori ai 25 milioni di euro, con aliquote progressive che variano dal 5% in su: la stima è quella di generare introiti tra gli 8 e i 10 miliardi di euro, destinati a finanziare politiche sociali e climatiche. Avs propone poi una tassazione sugli extraprofitti bancari,al 7% sull’ammontare del margine d’intermediazione bancaria, che potrebbe generare un gettito annuo stimato tra gli 8 e i 10 miliardi di euro.

Fondi che saranno destinati al finanziamento del trasporto pubblico, migliorando le infrastrutture ferroviarie e tramviarie per ridurre i tempi di attesa nelle aree urbane. Tra le misure più significative, il piano prevede 25 milioni di euro annui per il completamento della Carta Geologica d’Italia, strategica per la gestione delle crisi climatiche.

Inoltre, si stanzieranno 1.000 milioni di euro a partire dal 2024 per ridurre le spese energetiche dei nuclei familiari attraverso l’installazione di impianti solari fotovoltaici. Altre proposte includono il rifinanziamento del Fondo per l’Alzheimer con 5 milioni di euro, contributi a fondo perduto per le popolazioni colpite da eventi alluvionali, e l’estensione della gratuità dei libri di testo per studenti con ISEE fino a 35.000 euro.

(Redazione/9colonne)

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