MADRID. – “Basta cultura patriarcale, perché è alla base della sopraffazione e della violenza, è la legge del padre che vuole che tutti gli altri soggetti si adattino alle sue esigenze. Noi dobbiamo fare una battaglia culturale, le leggi ci sono ma non bastano. Per fare questo bisogna cominciare dalle scuole con l’educazione affettiva, alla parità e alla sessualità”.
Così la deputata del Pd, Laura Boldrini, partecipando a un flash mob davanti alla Camera contro la violenza sulle donne. L’iniziativa è stata promossa dall’Intergruppo della Camera per le donne, i diritti e le pari opportunità, coordinato dalla stessa Boldrini, e ha fatto seguito alla presentazione del volume “Educare alla parità”, a cura di M. Della Giusta, B. Poggio, M. Spicci. A Montecitorio – nel giorno in cui a Palazzo Madama il ddl Roccella contro la violenza sulle donne riceve l’ok definitivo – c’è tutta l’opposizione rappresentata.
“Spero che la destra – aggiunge l’ex presidente della Camera – si renda conto che questa è un’urgenza che non si può più rimandare. Purtroppo nell’ultimo dibattito parlamentare qui alla Camera abbiamo sentito definizioni agghiaccianti sull’educazione affettiva e sessuale, appellata come ‘porcheria’, ‘pratica abominevole’, definizioni che denotano tutta l’arretratezza di questa destra. L’Italia è uno dei pochi paesi in Europa che ancora non ha questa materia scolastica nei curricula, quindi bisogna fare di più. Noi vogliamo questa legge, e spero ci sia la volontà non di fare dei ‘progettini’ sperimentali come si propone Valditara, ma di operare sul serio per una legge, redatta con il contributo di esperti ed esperte, tesa a formare gli insegnanti e a parlare di questi temi ai nostri ragazzi, che troppo spesso oggi non hanno referenti e vanno sui siti porno per avvicinarsi alla sessualità, una via sbagliata a cui va data un’alternativa che è l’educazione affettiva, sentimentale e alle pari opportunità nelle scuole”.
Sempre a Palazzo Madama, infatti, è stato illustrato il cosiddetto piano Valditara, che prevede trenta ore di lezioni di “educazione alle relazioni” nelle scuole secondarie di secondo grado, ovvero licei, istituti tecnici e professionali, già a partire da questo anno scolastico, con l’obiettivo di affermare e diffondere tra i giovani la cultura del rispetto, della parità di genere e del contrasto ad ogni forma di violenza, con gruppi di lavoro tra studenti moderati da insegnanti ma anche esperti del settore, come psicologi, avvocati e rappresentanti delle associazioni in difesa delle vittime di violenza.
“Il ddl Roccella in realtà è il testo che era stato approvato dal governo Draghi, che il governo Meloni ha fatto proprio. Questo dà conto di una continuità, anche se l’attuale esecutivo ha modificato alcune parti che poi abbiamo rielaborato nel lavoro parlamentare” ricorda invece Elena Bonetti, deputata ed ex ministra delle Pari opportunità, che aggiunge: “Questo ddl previene l’escalation della violenza e aiuterà a proteggere le donne, ma non potrà risolvere l’intero programma di contrasto alla violenza maschile contro le donne per cui serve attuare l’intera strategia nazionale, che in particolare prevede la formazione obbligatoria per i magistrati, le forze dell’ordine e per tutti gli operatori del settore, ma altrettanto azioni di empowerment per le donne per raggiungere la parità economica, ricordiamo che la violenza economica è ancora una delle ragioni per cui troppe donne non sono nella condizione di denunciare perché pensano di non poter avere una vita autonoma. A quelle donne – conclude l’ex ministra – dobbiamo restituire la libertà attraverso l’autonomia finanziaria e il lavoro”.
(Redazione/9colonne)