MADRID. – “Fin dal marzo 2021 ho invitato ad introdurre nelle scuole l’educazione all’affettività, alla parità di genere e al rispetto dell’altro: ciò non per una mia idea originale, ma perché lo prevede la Convenzione di Istanbul. Non sono mai stata ascoltata, adesso invece pare che lo sia”.
Così l’autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, Carla Garlatti, annunciando una serie di proposte contro la violenza sui minori in occasione della Giornata mondiale per i diritti dell’infanzia. Secondo il garante, “inasprire le pene, aggiungere reati sicuramente è utile perché chi commette fatti gravi deve essere punito, ma bisogna investire molto nella prevenzione: questi fatti non devono proprio accadere, a chi è stato ucciso non serve a nulla che poi l’assassino abbia l’ergastolo”.
“Ci sono varie forme di prevenzione, una è quella dell’educazione nelle scuole – spiega Garlatti – Poi come garante ne propongo delle altre, a partire dalla problematica del cosiddetto ‘teen dating violence’: la violenza nella relazione tra adolescenti è una questione importante e sottovalutata, e molte volte gli stessi protagonisti non se ne rendono conto.
Una violenza che magari non lascia lividi sulle vittime ma che è molto pesante, con atti come il controllare il cellulare da parte del partner, o altre forme di controllo che sono prodromiche ad una vera e proprio violenza. Cosa fare? Prima di tutto propongo che vengano adattati ai minori sistemi come l’Isa (Increasing self awarennes), ovvero di autoconsapevolezza: si tratta di questionari con cui una persona si rende conto se è a rischio, se è vittima. A corollario di questa iniziativa la creazione di centri specifici antiviolenza per minorenni”.
Per il garante “è inoltre necessaria una semplificazione per le segnalazioni: qui mi rifaccio a una raccomandazione in questo senso del Consiglio d’Europa dello scorso 6 settembre. Suggerisco l’elaborazione di linee guida semplici e chiare, ma anche una forma di protezione per chi denuncia, perché molte volte queste non vengono fatte per paura delle ritorsioni, che non significhi però anonimato nei confronti dell’autorità a cui si denuncia”.
Tra le proposte avanzate dall’autorità, inoltre, quella di estendere l’obbligo del casellario giudiziale per escludere precedenti per reati sessuali: “Quest’obbligo – spiega Garlatti – adesso c ‘è ma è limitato a coloro che hanno un contratto di lavoro, lasciando fuori tutto il mondo del volontariato dagli oratori, alle palestre, ai centri di aggregazione in genere, a chi opera con i minori stranieri non accompagnati.
Per chi fa volontariato in maniera continuativa dovrebbe essere obbligatoria la presentazione del casellario giudiziale, per escludere che ci siano precedenti per reati a sfondo sessuale. Non solo, ai reati che sono indicati nell’articolo 25 bis del testo unico del casellario, ne andrebbero aggiunti due: la diffusione di video e immagini sessualmente espliciti e la violenza di gruppo”.
Infine, il garante sottolinea che “tutte le norme andrebbero riunite in un’unica legge organica, come ha fatto la Spagna, superando la frammentazione per creare uno strumento unico, efficace, potente per contrastare la violenza. Una legge che dovrebbe affidare all’autorità garante il compito di monitorarne l’applicazione”.