Medio Oriente: sfollato un terzo popolazione Gaza. Netanyahu: “Noi scudo Europa”

Foto di hosny salah da Pixabay

MADRID. – Assume proporzioni impressionanti l’evacuazione forzata della popolazione civile dal nord al sud di Gaza. Secondo l’OCHA, l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari, solo dal 5 novembre altri 200mila profughi si sono mossi in cerca di maggiore sicurezza dal quadrante settentrionale dell’enclave. Sia le Nazioni Unite che l’esercito israeliano calcolano che in totale si siano finora mosse circa un milione e mezzo di persone, pari a un terzo della popolazione di Gaza.

Sta di fatto, sottolineano con forza le organizzazioni umanitarie, che anche nelle zone meridionali l’incolumità dei civili è tutt’altro che assicurata, come dimostra il fatto che più di un terzo delle vittime degli attacchi israeliani scatenatisi dal 7 ottobre si siano registrate proprio nel sud della Striscia.

In questo contesto, nonostante le “parentesi umanitarie” nei combattimenti concesse da Tsahal per permettere il movimento dei civili, l’intensità degli scontri resta elevatissima. Nel suo ultimo aggiornamento operativo, pubblicato su Telegram, le forze di difesa dello Stato ebraico hanno reso noto di aver colpito 200 obiettivi nelle ultime 24 ore.

“Durante le operazioni di terra – si legge nel post – le truppe dell’IDF hanno scoperto un tunnel scavato dai terroristi situato in una moschea nella Striscia di Gaza. Seguendo le indicazioni della fanteria, aerei da combattimento ed elicotteri dell’IDF hanno colpito una cellula terroristica che ha lanciato missili anticarro contro i soldati”. Inoltre, nella notte, la marina israeliana ha colpito un campo militare utilizzato dalle forze navali di Hamas per l’addestramento e il deposito di armi.

Nella serata di ieri intanto il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, intervistato da Fox News ha affermato che “una vittoria israeliana contro Hamas è una vittoria contro l’asse del terrore iraniano”, un’affermazione che diversi commentatori hanno interpretato come un chiaro tentativo di “collegare” il destino dello Stato ebraico a quello delle democrazie occidentali nel loro complesso.

“Tutti stanno aspettando di vedere chi vincerà”, ha aggiunto Netanyahu. “Dobbiamo assicurarci che vincano le forze del bene, le forze della pace” in quanto “se Israele è in pericolo, se Israele crolla, l’Europa sarà la prossima e voi sarete i prossimi” ha aggiunto il premier rivolgendosi all’intervistatore. “Dobbiamo vincere, non c’è nulla che possa sostituire la vittoria totale”, ha concluso.

(Redazione/9colonne)

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