Carne coltivata, Lollobrigida: “Da Italia scelta chiara, non vietiamo la ricerca”

Il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida durante la sosta a Madrid.

MADRID. – “Quella dell’Italia è una scelta chiara, una scelta coerente, una scelta unitaria, questa è la novità di questo governo: se da noi arrivano milioni di firme, se arrivano ordini del giorno approvati pressoché tutti all’unanimità nei consigli di 3.000 comuni, se ci arrivano le indicazioni di 20 regioni, se la maggior parte delle forze politiche condivide questo tipo di impostazione, questo governo ritiene di avere il dovere di portare avanti questa iniziativa, che crediamo possa essere non solo una bandiera o un punto di riferimento, ma possa essere serenamente attuata in ambito europeo e liberare l’Italia dalle carni sintetiche”.

Il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, interviene in aula alla Camera in discussione generale difendendo il disegno di legge che vieta la produzione e la commercializzazione in Italia della cosiddetta “carne coltivata”, già approvato dal Senato. Il provvedimento prevede disposizioni in materia di divieto di produzione e di immissione sul mercato di alimenti e mangimi costituiti, isolati o prodotti a partire da colture cellulari o di tessuti derivanti da animali vertebrati nonché di divieto della denominazione di “carne” per prodotti trasformati contenenti proteine vegetali.

“Noi vietiamo la produzione, non vietiamo la ricerca – sottolinea Lollobrigida – E i due fenomeni non sono intimamente collegati, anzi, abbiamo dato incarico al Crea – che è il nostro istituto di ricerca pubblico – di fare ricerca in questo settore per approfondirne le eventuali criticità, oppure, d’altro canto, far emergere dati scientifici con cui supportare, in maniera pragmatica, idee diverse da quelle che oggi, invece, riteniamo utili, nel senso della precauzione, dover assumere in questa nazione”.

Qualche settimana fa si era sparsa la voce che il governo intendesse ritirare il provvedimento, per il timore di una bocciatura a livello europeo. Circostanza già smentita da Lollobrigida, che ribadisce: “ E’ utile sottolineare che noi non abbiamo fatto alcun passo indietro con questa norma, anzi quest’aula sta facendo un passo avanti e spero ed auspico che, nei prossimi giorni, questa legge diventi la presentazione di una produzione di cibo di qualità, di un Paese che spende il suo approccio, rispetto alla sicurezza alimentare, non ritenendo corretto il tentativo di dare cibo a tutti: va dato buon cibo a tutti. Questo è il modello che l’Italia vuole sposare”.

Le opposizioni vanno all’attacco: “Stiamo condannando l’Italia a un ritardo, mentre altri paesi dell’Unione europea, tra cui Germania, Finlandia, Paesi bassi, stanno invece sostenendo la ricerca in questo settore e le aziende pronte a investire – afferma la deputata M5S Carmen Di Lauro –  Poi c’è tutta la questione dell’impatto ambientale: i primi produttori di carne sono quelli degli allevamenti intensivi, che come abbiamo visto da tante inchieste causano un danno ambientale e alla salute enorme, producendo ammoniaca che va a formare le polveri sottili, responsabili di tantissime malattie che colpiscono gli esseri umani”.

“C’è inoltre il grande capitolo etico – conclude la parlamentare pentastellata –  che riguarda il benessere animale: sempre grazie alle inchieste abbiamo visto che negli allevamenti intensivi vengono perpetrate violenze e crudeltà sugli animali, che sono esseri senzienti”.

Secondo la deputata di Alleanza Verdi e Sinistra Eleonora Evi “vietare la libera circolazione delle merci significa esporsi a probabili procedure di infrazione a livello europeo, quindi a multe salate che i cittadini italiani dovranno pagare. Un provvedimento che guarda al passato e che non risolve le grandi sfide che abbiamo di fronte, un regalo al mondo della zootecnia che porta avanti un modello insostenibile basato su allevamenti intensivi e industriali, che invece andrebbero archiviati per sempre”.

(Redazione/9colonne)

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