Gaza City accerchiata, agenzie Onu chiedono cessate il fuoco umanitario

Foto di Alexa da Pixabay

MADRID. – “In media, durante una guerra, ogni 10 minuti un bambino viene ucciso e due feriti. Proteggere i civili in tempi di conflitto non è un’aspirazione o un ideale; è un obbligo e un impegno per la nostra comune umanità. I civili, ovunque si trovino, devono essere protetti”. 

È quanto si legge in un post su X dell’Unrwa, l’agenzia delle Nazioni unite che si occupa di rifugiati, che nelle scorse ore insieme ad altre 17 agenzie Onu e a organizzazioni internazionali come Save the Children, ha firmato un appello per un “immediato cessate il fuoco umanitario”, a fronte di una situazione di Gaza che viene definita “orribile e inaccettabile”. 

Così, mentre sul campo l’esercito israeliano cinge d’assedio Gaza City, e la triste contabilità dei morti registra quasi 10 mila morti palestinesi nei bombardamenti israeliani, gli sforzi della diplomazia si intensificano per evitare una catastrofe umanitaria ancora peggiore. In mattinata Israele ha aperto un corridoio per consentire ai civili di Gaza nel nord della Striscia di spostarsi al sud, ma è chiaro che tutto ciò non è sufficiente. 

“Stiamo lavorando su tutti i fronti per delle pause umanitarie” ma “servono anche progressi sugli ostaggi, una cosa che ovviamente sta particolarmente a cuore ad Israele” sottolinea il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, lasciando Ankara dove ha incontrato il ministro degli Esteri turco. 

“Ci assumeremo pienamente le nostre responsabilità ma nel quadro di una soluzione politica globale che includa tutta la Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est e la Striscia di Gaza”: queste le parole dette nelle scorse ore a Blinken da Abu Mazen, presidente dell’Autorità nazionale palestinese, che ha posto quindi come condizione irrinunciabile quella dei “due popoli, due stati”. 

Intanto, come deterrenza contro il rischio di un allargamento del conflitto, il comando centrale dell’esercito Usa ha annunciato su X che un sottomarino nucleare di classe Ohio è stato schierato nella sua area di responsabilità, che si estende dall’Africa nord-orientale attraverso il Medio Oriente fino all’Asia centrale e meridionale. 

Parole e muscoli, dunque. Dal canto suo, l’Unione europea aumenta di 25 milioni gli aiuti umanitari a Gaza, come annunciato dalla presidente della commissione Ursula Von Der Leyen, che precisa: “Gaza non può essere paradiso per i terroristi, Hamas non può ricostruire la sua base nella Striscia”, ma ci deve essere “un’autorità palestinese a governare uno Stato palestinese”.   

La numero uno dell’esecutivo Ue  invoca una missione internazionale sotto l’egida dell’Onu, ribadendo al tempo stesso che “le forze israeliane non possono stare a Gaza, non ci deve essere l’espulsione dei palestinesi dalla Striscia e il blocco deve terminare”.  

(Redazione/9colonne)

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