Papa Francesco: “Escalation mondiale possibile, ma confido in saggezza umana”

Papa Francesco saluta i fedeli dalla sua finestra e una bandiera con la scritta "Pace"
Papa Francesco saluta i fedeli dalla sua finestra e una bandiera con la scritta "Pace". ANSA/FABIO FRUSTACI

MADRID. – “Ogni guerra è una sconfitta, non si risolve nulla con la guerra e tutto si guadagna con la pace. Nella guerra uno schiaffo provoca l’altro, uno più forte e l’altro più forte ancora”. Così Papa Francesco, nell’intervista rilasciata al direttore del Tg1 Gian Marco Chiocci, in merito alla crisi in Medio Oriente andata in onda ieri sera su Rai1. Dopo il 7 ottobre, sottolinea il Pontefice, “ho sentito una sconfitta in più. Sono due popoli che devono vivere insieme, con la soluzione saggia degli accordi di Oslo, due stati ben limitati e Gerusalemme con uno status speciale”. 

“Purtroppo – aggiunge Francesco – l’antisemitismo rimane nascosto, non è stato sufficiente vedere l’olocausto e i 6 milioni di ebrei uccisi, purtroppo non è bastato. Non ho spiegazioni, è un dato di fatto che non mi piace”. Per Papa Francesco l’escalation mondiale della guerra scoppiata in Israele e Palestina “è una possibilità”, ma spera che non accada confidando nella “saggezza umana”. 

Sulla guerra in Ucraina, il Papa invece afferma: “Penso al popolo ucraino, non dobbiamo giudicarlo oggi. Il popolo ucraino è un popolo martire, ha avuto persecuzioni al tempo di Stalin, molto forti. E’ stato un popolo che ha sofferto tanto e adesso qualsiasi cosa glielo fa rivivere: li capisco e ho ricevuto il presidente Zelensky, ma ci vuole la pace. Fermatevi! Fermatevi un po’ e cercate un accordo di pace, gli accordi sono la vera soluzione di questo. Per ambedue”. 

Francesco, nel corso dell’intervista, ha parlato anche della questione migranti: “Sono cinque i paesi che soffrono più la migrazione: Cipro, Grecia, Malta, Italia e Spagna”. “L’Europa – aggiunge – deve essere solidale, non possono questi cinque Paesi prendere tutti e i governi dell’Europa devono entrare in dialogo. Mi è piaciuto quando la presidente della Commissione europea è andata a Lampedusa”.   

Gli ascolti 

Sono stati 4 milioni 588 mila, con uno share del 21.7  per cento, i telespettatori che ieri sera – mercoledì 1° novembre, dalle 20.33 alle 21.13 – hanno seguito su Rai 1 l’intervista di Papa Francesco con il direttore del Tg1 Gian Marco Chiocci. “Grazie. Grazie Sua Santità. L’intervista di Gian Marco Chiocci e del Tg1 a Papa Francesco è una pagina di grande servizio pubblico che ci richiama ai nostri stessi valori. 

Le sue parole, la sua grande disponibilità, i suoi richiami a sentirci “responsabili” del nostro futuro, sono un dono che facciamo e faremo nostro. A lui va il mio ringraziamento più sentito per aver voluto condividere con noi le sue parole e il suo stesso vissuto. Un ringraziamento che estendo a Gian Marco Chiocci, al Tg1 e a tutti coloro che lo hanno reso possibile”. Così l’Amministratore Delegato Rai, Roberto Sergio, dopo la trasmissione dell’intervista a Papa Francesco.   

In guerra non c’è vittoria totale, si uccide senza coscienza  

“Oggi pensando ai morti, chiediamo al Signore la pace perché la gente non si uccida più nelle guerre. Tanti innocenti morti, tanti soldati che lasciano la vita lì e questo perché sempre le guerre sono una sconfitta. Sempre…”. 

Parole che Papa Francesco ha più volte pronunciato in questi giorni, come un mantra, e che è tornato a ribadire stamattina celebrando la messa per la commemorazione dei defunti nel “Rome War Cemetery”, situato nel quartiere Testaccio. Davanti a circa trecento persone (tra cui il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri) raccolte sotto la pioggia, tra le 426 lapidi dei militari del Commonwealth caduti, il pontefice lancia un grido di dolore. 

“Quanti morti… Si distrugge la vita, senza coscienza di questo. Non c’è vittoria totale. Sì, uno vince l’altro ma dietro c’è la sconfitta del prezzo pagato”. “Guardavo l’età di questi caduti, la maggioranza tra i 20 e i 30. Vite stroncate… E ho pensato ai genitori, alle mamme che ricevono quella lettera: ‘Signora, ho l’onore di dirle che lei ha un figlio eroe…’. Sì eroe ma me l’hanno tolto. Tante lacrime in queste vite stroncate”. 

Quella di Papa Francesco, sottolineano i media vaticani, è una tradizione portata avanti in questi oltre dieci anni di pontificato con celebrazioni al Cimitero Laurentino, al Cimitero Militare francese, al Verano, di Prima Porta, nel Cimitero americano di Nettuno. Luoghi di memoria, di storia, di dolore che, in questi tempi lacerati dai conflitti, ricordano all’umanità qual è la principale conseguenza della guerra: la morte. Di tutti, dei vincitori e dei vinti. “Senza coscienza”, per usare le parole del pontefice stesso.  

(Redazione/9colonne)

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