I magistrati “conservatori” contro la proposta di Legge di Amnistia

MADRID – Senza ma e senza se. La maggioranza del gruppo conservatore del Consiglio Generale della Magistratura spinge affinché la plenaria dell’organismo si pronunci con fermezza contro la proposta di Legge di Amnistia che il Psoe, con la firma dei partiti che voteranno la fiducia a Pedro Sánchez, registrerà alla Camera bassa per la sua discussione

La Legge di Amnistia, di cui ancora non si conosce il testo e la sua portata, dovrebbe favorire tutti gli indipendentisti, o gran parte, coinvolti nel referendum secessionista del 2017 nella Catalogna. Quindi, dovrebbe permettere il ritorno in Patria di quei leader ora profughi della giustizia.

Carmen Llombart Pérez, José Antonio Ballestero Pascual, Francisco Gerardo Martínez-Tristán, Juan Manuel Fernández Martínez, Juan Martínez Moya, José María Macías Castaño, Nuria Díaz Abad y Ángeles Carmona sono gli otto magistrati conservatori che hanno firmato la richiesta di una sessione plenaria straordinaria; richiesta alla quale il presidente provvisorio del Consiglio Generale della Magistratura, Vicente Guillarte, non potrà dire di no.

I magistrati conservatori si propongono di far approvare una dichiarazione istituzionale contro il provvedimento di amnistia. Considerano che la proposta di legge rappresenti la “degradazione dello stato di diritto” al trasformarlo, sostengono, in oggetto di baratto.

Nella dichiarazione istituzionale che proporrebbero i magistrati, il Consiglio Generale della Magistratura esprime “preoccupazione e desolazione per ciò che tale provvedimento significa in termini di degrado se non addirittura abolizione dello stato di Diritto in Spagna”. Nel documento si segnala espressamente che  “confondere l’interesse della Spagna con l’interesse del Presidente del Governo in carica, al fine di evitare l’ipotetica formazione di governi di partiti di un’ideologia diversa dalla propria, è qualcosa di manifestamente incompatibile con l’alternanza politica, inerente al principio fondamentale del pluralismo politico che, secondo l’articolo 1 della nostra Costituzione,  è un valore superiore del nostro ordinamento giuridico”.

Il gruppo dei magistrati progressisti, dal canto suo, avrebbe espresso il proprio dissenso e affermato che si opporrà sia alla richiesta di una sessione plenaria, sia al testo della proposta di dichiarazione istituzionale. Stando a indiscrezioni, un magistrato progressista avrebbe considerato il documento “un volgare opuscolo di frasi testuali di Alberto Núñez Feijó”; aggiunto che i firmatari della lettera sostengono che l’amnistia “viola l’indipendenza dei tribunali” e commentato che concentrano le loro critiche sul legame diretto tra la fiducia a Pedro Sánchez e il provvedimento.

Redazione Madrid

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