Israele: scontri continui a Gaza, bombe vicino ospedale

Truppe israeliane al confine con Gaza.
Truppe israeliane al confine con Gaza. (ANSA)

MADRID. – Non si arrestano le operazioni di terra dell’esercito israeliano nella Striscia di Gaza. In un aggiornamento operativo tenuto con la stampa alle prime ore di oggi, il portavoce dell’IDF Jonathan Conricus ha sottolineato che Tsahal sta “colpendo in tutte le parti” dell’enclave. Sul terreno oltre alla fanteria stanno operando altri mezzi “pesantemente corazzati, carri armati, veicoli corazzati da combattimento, bulldozer”.

Il portavoce dell’esercito ha ammesso che la situazione umanitaria per i civili sia certamente “difficile”, “ma non è colpa nostra”, ha aggiunto.  Sempre questa mattina ha parlato anche il generale Daniel Hagari il quale ha specificato che Hamas tiene in ostaggio a Gaza 240 ostaggi. Hagari ha inoltre affermato che le famiglie di 315 soldati caduti dell’IDF sono state informate.

Anche Hagari ha fatto riferimento ai combattimenti, affermando che si stanno svolgendo “feroci battaglie” in cui “i terroristi di Hamas vengono eliminati”. I combattimenti sono “complessi”, ha aggiunto Hagari, “ma sono necessari per raggiungere i nostri obiettivi”.

Da parte sua, la Mezzaluna Rossa palestinese ha lanciato l’allarme a causa degli attacchi messi in atto da Israele vicino a uno dei suoi ospedali nel nord della Striscia, dove circa 14mila civili si sono rifugiati per proteggersi dai bombardamenti. “L’edificio trema e i civili sfollati, così come le squadre al lavoro, sono in preda alla paura e al panico”, ha spiegato l’organizzazione.

Questo fine settimana, l’esercito israeliano ha dato l’ordine di evacuare il sito, un appello condannato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha giudicato “impossibile evacuare ospedali pieni di pazienti senza mettere in pericolo la loro vita”.

In una simile contingenza, l’agenzia Onu per i profughi palestinesi ha chiesto ieri un “cessate il fuoco umanitario immediato”, il che rappresenterebbe “una questione di vita o di morte per milioni di persone”, appello respinto da Tel Aviv appoggiata in tal senso da Washington per la quale il cessate il fuoco non è “la risposta giusta per il momento”, pur essendo favorevole a delle “pause umanitarie”.

Intanto si fa sempre più calda la situazione al confine col Libano. Questa mattina l’esercito israeliano ha reso noto di aver effettuato una serie di attacchi aerei in contro il movimento sciita Hezbollah, alleato di Hamas. Ieri il primo ministro libanese Najib Mikati aveva assicurato che il suo Paese sta facendo tutto il possibile per evitare di essere coinvolto nel conflitto, temendo che “un’escalation possa coinvolgere l’intera regione”.

(Redazione/9colonne)

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