Dl Sud, la Camera vota la fiducia: le novità per rilanciare il Mezzogiorno

L'aula della Camera dei deputati in una foto d'archivio. (ANSA)

MADRID. – L’aula della Camera ha dato il via libera alla fiducia sul decreto legge SUD con 184 sì, 106 no e 2 astenuti. Domani il voto sul provvedimento, che poi passerà in Senato. Il decreto-legge 19 settembre 2023, n. 124 reca disposizioni urgenti in materia di politiche di coesione, per il rilancio dell’economia nelle aree del Mezzogiorno del Paese, nonché in materia di immigrazione.

Il provvedimento è composto da 23 articoli, suddivisi in 6 Capi. Il Capo I (Utilizzazione delle risorse nazionali ed europee in materia di coesione) ricomprende gli articoli da 1 a 6 e predispone misure volte ad assicurare un più efficace coordinamento tra le risorse europee e nazionali per la coesione e quelle del Piano nazionale di ripresa e resilienza, da un lato, e le risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione del ciclo di programmazione 2021-2027, dall’altro. il Capo II (Strategia nazionale per lo sviluppo delle aree interne e interventi in favore del Comune di Lampedusa e Linosa) ricomprende gli articoli 7 e 8.

In particolare, l’articolo 7 istituisce, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, la Cabina di regia per lo sviluppo delle aree interne, presieduta dal ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il Pnrr, con funzioni di indirizzo e di coordinamento per la promozione e lo sviluppo delle aree interne del Paese. Il Capo III (Zona economica speciale Sud – Zes unica) ricomprende gli articoli da 9 a 17.

In particolare, l’articolo 9 detta la definizione della Zona economica speciale (Zes) e istituisce, a far data dal 1° gennaio 2024, la Zona economica speciale per il Mezzogiorno – Zes unica, che ricomprende i territori delle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia, Sardegna e sostituisce le attuali Zes istituite nei territori del Mezzogiorno ai sensi del decreto-legge n. 91 del 2017. Il Capo IV (Rafforzamento della capacità amministrativa in materia di politiche di coesione) comprende gli articoli 18 e 19. Il Capo V (Disposizioni in materia di trattenimento presso di Centri di permanenza per i rimpatri e di realizzazione delle strutture di prima accoglienza, permanenza e rimpatrio) comprende gli articoli 20 e 21. In dettaglio, l’articolo 20 estende da 6 a 18 mesi il limite massimo di permanenza nei Centri per il rimpatrio (Cpr) degli stranieri in attesa di espulsione.

Il termine ordinario è di 3 mesi, prorogabile di altri 3 mesi. Ulteriori proroghe, fino a un massimo di altri 12 mesi, possono essere stabilite in determinati casi: se lo straniero non collabora al suo allontanamento o per i ritardi nell’ottenimento della necessaria documentazione da parte dei Paesi terzi. Il Capo VI (Disposizioni finali) comprende gli articoli 22 e 23.

All’attacco le opposizioni: “Ho definito una farsa questo decreto legge perché va contro il sud”: così la deputata M5S Elisa Scutellà. “In un mio ordine del giorno – spiega la parlamentare calabrese – ho proposto una tutela per le piccole imprese: il governo, in soldoni, aumenta il tetto per poter accedere al credito di imposta per l’acquisto di beni strumentali. Questo automaticamente significa che le piccole imprese non riusciranno ad accedere alle agevolazioni, nonostante siano imprese del sud e appartengano a una zona Zes, ovvero quelle zone in cui dovrebbero esserci delle agevolazioni sia burocratiche, che amministrative, che fiscali”.

Quanto a una delle novità principali introdotte dal decreto – ovvero la creazione di una Zes unica per il mezzogiorno che sostituisce le precedenti – Scutellà commenta: “Noi siamo sempre per il sud, ma questo punto proprio non ci convince”.

Critiche respinte dalla maggioranza, tramite la relatrice Ylenja Lucaselli (Fdi), secondo cui la creazione di una Zona economica speciale unica “darà finalmente quelle risposte che il mezzogiorno d’Italia aspetta da tantissimi anni, in quanto una visione unitaria di tutti il sud significa anche investimenti infrastrutturali, che non mettano le regioni in competizione fra di loro ma che anzi facciano in modo di coordinare il lavoro, mantenendo le specificità ma avendo chiaro l’obiettivo da raggiungere”.

“In quest’anno di governo – rivendica Lucaselli – ci sono state tantissime misure in favore del sud, in maniera diretta o indiretta. Basti pensare a quelle per i giovani e per le famiglie. O a questa legge di bilancio in cui si è pensato di aiutare le mamme che lavorano con due o più figli, che in maggioranza si trovano proprio al sud. E’ assolutamente pretestuosa la contestazione che fanno le opposizioni, tra l’altro rivolta a un ministro come Raffaele Fitto che viene proprio dal sud e che è stato anche presidente di regione”.

(Redazione/9colonne)

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