Prima bagarre, poi l’ok unanime: Camera approva ddl contro violenza donne

Sette milioni di donne vittime almeno una volta di aggressioni

MADRID. – Al mattino la bagarre, al pomeriggio l’ok all’unanimità. Con 196 voti a favore e nessuno contrario, la Camera approva il disegno di legge di contrasto alla violenza sulle donne e alla violenza domestica, che interviene su numerosi aspetti della normativa sia sul rafforzamento della tutela delle vittime, sia sul contrasto al fenomeno: tra questi, il rafforzamento dell’ammonimento, maggiore informazione alle vittime, rafforzamento dei percorsi di recupero per il maltrattante.

Il tutto in un clima di inedita compattezza che ha fatto dire alla ministra per le Pari opportunità e la famiglia Eugenia Roccella “sono stata molto emozionata al primo voto che ho visto all’unanimità: questo disegno di legge è frutto di un grande lavoro e di tante analisi pregresse, c’è stata convergenza verso una legge che sarà efficace, sarà un salvavita, che darà la possibilità alle donne di non sentirsi sole”.

Grande soddisfazione anche da parte della presidente della Commissione bicamerale sul femminicidio, Martina Semenzato, ma anche dalle opposizioni. E dire che in mattinata la discussione si era trasformata in un campo di battaglia a causa delle parole del deputato della Lega, Rossano Sasso, che aveva definito “una nefandezza” l’idea di introdurre l’educazione sessuale nelle scuole a partire dalle scuole primarie, proposta avanzata dall’opposizione. Le sue parole hanno suscitato immediatamente le critiche da parte del M5S, del PD e di AVS.

L’emendamento in questione, presentato dalla deputata pentastellata Anna Laura Orrico e poi bocciato, chiedeva al governo di “promuovere l’introduzione nelle scuole di ogni ordine e grado dell’educazione affettiva e sessuale, finalizzata a prevenire e contrastare ogni forma di violenza e discriminazione basata sul genere o sull’orientamento sessuale”.

Secondo Orrico, si tratta di una misura necessaria per “aiutare i nostri giovani contro il disagio minorile” e per “formare cittadini consapevoli e rispettosi”. Alla fine, anche il presidente della Commissione Giustizia, Ciro Maschio di FdI, si è dissociato dalle parole di Sasso, definendole “fuori luogo”. Spianando così la strada verso un pomeriggio in discesa.

(Redazione/9colonne)

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