MADRID – Oltre 141 miliardi di euro. È questa la somma che, si calcola, gli evasori fiscali spagnoli hanno nei paradisi fiscali. È una somma ingente, che dissangua le arche dello Stato.
Nel 2020, stando all’Osservatorio Fiscale Europeo, le casse pubbliche spagnole avrebbero perso complessivamente oltre tre miliardi 400 milioni di euro. Una cifra che sarebbe aumentata negli ultimi tre anni.
Il rapporto dell’Osservatorio considera paradisi fiscali le nazioni inclusi nell’elenco del Gruppo di Azione Finanziaria Internazionale, l’organismo intergovernativo creato nel 1989 con lo scopo di promuovere strategie per contrastare a livello internazionale il riciclaggio. Nell’elenco vi sono sia quei Paesi che fungono da piattaforme finanziarie, come ad esempio la Svizzera; sia quelli con tassazione più permissiva per attirare imprese, come ad esempio Paesi Bassi, Irlando o Belgio.
L’evasione fiscale spagnola rappresenterebbe il 10,6 per cento del Prodotto Interno Lordo del Paese. Una percentuale assai elevata, inferiore a quella francese, che si stima attorno al 19,6 del Pil, o a quella inglese, che si collocherebbe attorno al 40,5 del Pil, ma superiore a quella dell’Italia, che si pensa rappresenti il 9,8 per cento del Pil, e degli Stati Uniti, che si calcola attorno al 6,3 per cento del Pil.
Stando a quanto pubblicato dal portale “Confidencial Digital”, i “super-ricchi” spagnoli, oggi, preferirebbero Portogallo e Andorra come rifugio per i loro investimenti.
Redazione Madrid