Israele, Biden sblocca gli aiuti umanitari per Gaza

Foto di Alexa da Pixabay

MADRID. – L’arrivo degli aiuti umanitari è ormai una priorità assoluta per la popolazione civile di Gaza, che conta già oltre 3.300 vittime dal 7 ottobre scorso, data dello scoppio del nuovo conflitto tra Israele e Hamas. Nella Striscia ormai manca praticamente tutto, e anche l’acqua è, nel senso letterario della parola, agli sgoccioli.

Anche sull’urgenza di consegnare beni di prima necessità ai palestinesi intrappolati nell’enclave che ormai è, di fatto, territorio di guerra, ha parlato ieri nella sua visita lampo a Tel Aviv il presidente americano Joe Biden, il quale ha sottolineato che Hamas non rappresenta il popolo palestinese, che – ha specificato – non deve pagare collettivamente le colpe del gruppo estremista.

Proprio in seguito alle sollecitazioni dell’inquilino della Casa Bianca, dunque, è stato deciso che circa 20 camion carichi di aiuti umanitari entreranno a Gaza dalla penisola egiziana del Sinai nei prossimi giorni, comunque non prima di domani.

Dopo ore di colloqui con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il suo gabinetto di guerra, Biden ha infatti affermato che Israele ha accettato di consentire l’apertura del valico Egitto-Gaza di Rafah per la consegna di cibo, acqua e forniture mediche, a condizione che l’assistenza umanitaria non cada nelle mani di Hamas.

“La popolazione di Gaza ha bisogno di cibo, acqua, medicine e luoghi sicuri in cui ripararsi”, ha detto Biden, promettendo al contempo di continuare ad appoggiare totalmente Israele, anche sotto il punto di vista delle forniture militari, e sostenendo la versione dello Stato ebraico secondo cui l’esplosione all’ospedale al-Ahli di martedì notte non è stata il risultato di un attacco aereo israeliano, ma della caduta di “un razzo vagante lanciato da un gruppo terroristico a Gaza”.

Gli attacchi aerei mirati a Gaza “continuano costantemente”

Le Forze di Difesa Israeliane hanno pubblicato questa mattina un post su X in cui confermano che le forze aeree “proseguono ad attaccare continuamente in tutta la Striscia di Gaza”. “Durante l’ultimo giorno, l’IDF, diretto dallo Shin Bet, ha distrutto centinaia di infrastrutture terroristiche di Hamas, decine delle quali sono state attaccate nel quartiere di Sageya.

Le centinaia di infrastrutture terroristiche che sono state attaccate includono siti di lancio di missili anticarro, tunnel, infrastrutture di intelligence, quartier generali operativi e altri quartier generali”, ha affermato l’IDF. Il post rende noto inoltre che le forze israeliane hanno ucciso “il capo dell’ala militare dell’organizzazione terroristica Comitati di resistenza popolare a Rafah, Rafat Harev Hossein Abu Halal” nonché “un certo numero di agenti appartenenti alla forza Najaba di Hamas”.

Netanyahu: “Questa è una guerra tra il bene e il male”

Il giorno dopo la visita lampo di Biden a Tel Avivi, oggi è stata la volta di testimoniare in prima persona la vicinanza a Israele del primo ministro britannico Rishi Sunak che ha incontrato il presidente e il primo ministro dello Stato ebraico. Sunak – come già Biden – ha sottolineato la necessità di far giungere alla Striscia nel più breve tempo possibile gli aiuti umanitari.

Al contempo, il premier ha ribadito che Londra sostiene il diritto di Israele a difendersi “in linea con il diritto internazionale”, a perseguire Hamas e a riportare a casa gli ostaggi. Da parte sua, Netanyahu ha definito il conflitto con Hams come “una resa dei conti tra il bene e il male, la modernità e la barbarie”, affermando che sia Israele che il mondo stanno affrontando la loro “ora più buia”.

Per il premier israeliano, “questa è la battaglia della civiltà occidentale, la battaglia del mondo libero, la battaglia per il futuro. Abbiamo qui due forze. La prima è un asse del male, guidato dall’Iran attraverso Hezbollah, Hamas e altri, che vuole riportare il Medio Oriente al Medioevo, a un’epoca di schiavitù, guerra e annientamento.

E le altre forze – le forze del progresso e dell’umanità – che vogliono spingere il Medio Oriente verso un mondo di pace e prosperità. Siamo sul punto di espandere quella pace – e il tentativo di evitare questa prospettiva è stata una delle ragioni per cui Hamas ha attaccato. Dobbiamo resistere e dobbiamo vincere. Dobbiamo soprattutto vincere. Dobbiamo liberare gli ostaggi”.

(Redazione/9colonne)

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