MADRID – Se oggi si andasse a nuove elezioni, le vincerebbe il presidente del Governo interino, Pedro Sánchez. È quanto indica l’ultimo sondaggio reso noto dal “Centro de Investigaciones Sociológicas” che dirige José Felix Tezanos. Comunque, quello di Sánchez sarebbe un trionfo sul “filo di lana”. Infatti, il sondaggio indica che la distanza che lo separa dall’immediato avversario, Alberto Núñez Feijó, è di appena due decimi. Quindi, volendo, si potrebbe parlare di un “pareggio tecnico” tra due rivali che, se dovesse essere bocciata la candidatura di Sánchez, si troverebbero nuovamente faccia a faccia nella corsa a La Moncloa.
Sánchez, nel “barometro” del Cis, otterrebbe il 32,6 per cento delle preferenze. Perderebbe quasi un punto, rispetto al precedente sondaggio del Cis, ma guadagnerebbe 0,9 decimi in comparazione al 23 luglio. In cambio, il leader dei “popolari” otterrebbe il 32,2 per cento dei consensi. Avanzerebbe dello 0,5 per cento, in comparazione col sondaggio precedente, ma si collocherebbe a otto decimi di quanto ottenuto nelle ultime elezioni.
Dal canto suo, Sumar si conferma terza forza politica con il 12,7 per cento delle preferenze; mentre Vox, con una intenzione di voto del 10,1 per cento, resta al quarto posto, ma cedendo terreno.
Il sondaggio del Cis, oltre quattromila interviste, è stato realizzato dal primo al sei ottobre. Cioè, con Sánchez già in corsa per la rielezione, i partiti indipendentisti esigendo, a cambio dei loro voti, una Legge di Amnistia; Yolanda Díaz schierata a favore delle rivendicazioni di Junts ed Erc e Vox allineato sul fronte opposto.
Per quel che riguarda le formazioni nazionalista e indipendentista, il “barometro” registra il calo di 0,4 punti di Junts che resta fermo sull’1,3 per cento; la crescita di appena 0,2 punti di ERC, che sorpassa Junts e si colloca come prima forza indipendentista catalana con l’1,9 per cento; il calo di 0,2 punti di EH Bildu, unica forza politica che schierata apertamente a favore della candidatura di Sánchez, che otterrebbe lo 0,9 per cento e il PNV che resta attorno allo 0,8 per cento, perdendo appeno lo 0,1 per cento.
A conti fatti, se le elezioni si realizzassero oggi, la coalizione Psoe-Sumar otterrebbe il 45,3 per cento delle preferenze e quella PP-Vox il 42,3 per cento. Ad inclinare la bilancia al lato della sinistra sarebbe la pessima “performance” di Vox.
In quanto ai leader dei partiti, l’elettore preferirebbe Sánchez (29,2 per cento) su Núñez Feijóo (23,5 per cento). Significativa la perdita della leadership di Yolanda Díaz. L’esponente di Sumar, che prima delle elezioni era la leader più gettonata, cala al terzo posto con appena il 9,1 per cento.
Tra i problemi che più preoccupano gli spagnoli, la crisi economica (37,3 per cento), occupa il primo posto. La piazza d’onore spetta alla “politica”, (30,9 per cento); e il terzo posto alla disoccupazione (25,6 per cento).
Redazione Madrid