ROMA. – Rallenta il mercato immobiliare nei primi sei mesi del 2023. Il confronto con un temine di paragone eccezionalmente forte (nel post pandemia c`è stato un vero e proprio boom di compravendite), l`aumento dei tassi di interesse dei mutui, e in parte una maggiore attenzione per la classe energetica degli immobili hanno determinato una contrazione delle compravendite del 12,5%, pari a 50mila abitazioni scambiate in meno rispetto allo stesso periodo del 2022.
È quanto mette in evidenza Fimaa Confcommercio, nell`ultima edizione dell`Indagine sull`andamento del mercato Immobiliare, sottolineando che in termini assoluti, il livello delle compravendite – 350mila – nel primo semestre, dimostra ancora un mercato attivo: risulta secondo solamente ai dati del 2021 (364mila scambi) e del 2022 (400.000). I prezzi degli immobili sono tuttora in crescita: nel secondo trimestre le abitazioni nuove hanno registrato un aumento dello 0,5% e quelli delle abitazioni esistenti addirittura dello 0,8%.
“Si tratta di un rallentamento fisiologico già largamente preventivato – afferma il presidente di Fimaa, Santino Taverna-.
Il mercato immobiliare nel 2021 e nel 2022 ha evidenziato performance inaspettate, ed era inevitabile attendersi una fase di assestamento. L`incremento del numero di compravendite nel post-pandemia ha dato risposta al mercato soddisfacendo una percentuale consistente di domanda”.
Il report della Fimaa mette in evidenza anche una crescente sensibilità verso l`efficientamento energetico degli immobili. Si assiste ad una domanda di unità immobiliari in classi energetiche elevate anche in funzione della direttiva europea “CASE GREEN” con l`avvicinarsi dei termini previsti del 2030 e del 2033.
L`offerta di abitazioni nuove non è ancora sufficiente ad esaudire la domanda incidendo di fatto sul numero delle compravendite del mercato. Il 14% degli operatori del settore ritiene infatti che nell`ultima parte dell`anno gli adeguamenti alle classi energetiche potrebbero determinare un ulteriore contrazione della domanda. I fattori che attualmente destano maggiore preoccupazione sono l`incremento dei tassi d`interesse sui mutui (40%), il rallentamento dell`economia italiana (24%), e l`aumento dei costi di ristrutturazione (22%).
Quasi la metà degli operatori (il 46%) ritiene che a sostenere la domanda sarà l`investimento offerto dal mercato delle locazioni.
La richiesta di locazioni a breve termine stà rallentando l`offerta di immobili da destinare agli affitti ordinari. Fattori che hanno inciso nell`aumento dei canoni di locazione del 4,8% nei primi sei mesi dell`anno. La crescita maggiore si è registrata tra gli affitti ordinari transitori (+6,7%), quella più contenuta tra gli affitti agevolati concordati (+2,7%). Il numero di nuovi contratti di locazione registrati è comunque cresciuto dell`1,4% rispetto ai primi sei mesi 2022, grazie al traino dei contratti agevolati studenti (+11%) e di quelli ordinari transitori (+5,9%). I contratti agevolati concordati hanno mostrato una tenuta (+1,4%), mentre quelli ordinari di lungo periodo sono in calo dello 0,7%.
(Mlp /askanews)