Emergenza umanitaria a Gaza: 24 ore per evacuare il nord della Striscia

Foto di hosny salah da Pixabay

MADRID. – L’Onu ha lanciato un appello urgente in seguito all’ordine impartito dall’esercito israeliano, Tsahal, di evacuare il quadrante nord di Gaza, compresa Gaza City, che ospita circa 1,1 milioni di persone, entro le prossime 24 ore.

Questa ordinanza ha scatenato preoccupazioni legate alle conseguenze umanitarie devastanti che potrebbe comportare. Il portavoce delle Nazioni Unite, Stephane Dujarric, ha dichiarato che l’agenzia ritiene “impossibile che un simile movimento abbia luogo senza conseguenze umanitarie devastanti”, e ha lanciato un appello affinché l’ordinanza venga annullata.

L’ordine di evacuazione si estende anche al personale delle Nazioni Unite e a coloro che sono ospitati nelle strutture dell’ONU, tra cui scuole, centri sanitari e cliniche: una circostanza che solleva ulteriori preoccupazioni sulla sicurezza e la protezione delle persone vulnerabili.

L’esercito israeliano ha dichiarato di prepararsi per una possibile operazione di terra nella Striscia, anche se non è stato rilasciato alcun comunicato ufficiale riguardo a un attacco imminente. Tuttavia, l’ordine di evacuazione della popolazione civile sembra indicare la possibilità di un’offensiva totale.

In risposta a questo ordine, Hamas ha invitato la popolazione a restare a casa e a ignorare gli ordini di evacuazione. Tuttavia, la chiusura completa del territorio ha reso impossibile per i palestinesi fuggire altrove. L’Onu stima che circa 400.000 palestinesi siano già stati sfollati. Le autorità sanitarie locali di Gaza hanno informato l’Organizzazione Mondiale della Sanità che non è possibile evacuare i pazienti vulnerabili dagli ospedali nel nord della Striscia, mettendo a rischio la vita di chi ha bisogno di cure urgenti.

L’Unicef ha lanciato un allarme, sottolineando che centinaia di migliaia di bambini hanno urgente bisogno di aiuti umanitari e protezione nella Striscia di Gaza, che è stata teatro di intensi attacchi da parte di Israele. Il presidente palestinese Mahmoud Abbas ha respinto l’ordine di evacuazione forzata, definendola una “seconda Nakba”, in riferimento all’esodo palestinese del 1948. Ha chiesto corridoi umanitari per prevenire un disastro umanitario.

La situazione è ulteriormente aggravata dalle affermazioni di Human Rights Watch, che accusa Israele di aver utilizzato il fosforo bianco durante le operazioni militari a Gaza e in Libano. Questa sostanza ha un significativo effetto incendiario e può causare danni gravi alle persone e alle strutture civili. L’uso del fosforo bianco in aree densamente popolate come Gaza solleva preoccupazioni per la sicurezza dei civili e viola il diritto internazionale umanitario. Amnesty International sta indagando su dei video, l’esercito nega di aver utilizzato la sostanza vietata dalle convenzioni internazionali.

Mentre la situazione a Gaza si deteriora rapidamente, centinaia di cittadini giordani si sono mossi verso il confine con Israele in risposta all’appello di Hamas di unirsi al “Giorno della rabbia” indetto per oggi. La Giordania, che ospita centinaia di migliaia di profughi palestinesi, aveva inizialmente vietato le proteste al confine, e ha usato gas lacrimogeni per impedire ai manifestanti di avvicinarsi.

L’ala militare di Hamas, le Brigate Izz al-Din al-Qassam, ha affermato che 13 ostaggi, tra cui stranieri, sono stati uccisi nel bombardamento israeliano di Gaza, sollevando ulteriori preoccupazioni per la sicurezza dei civili. Gli Stati Uniti stanno discutendo l’apertura del valico di frontiera di Rafah a Gaza ai cittadini stranieri che desiderano fuggire dalla zona di conflitto. Questo potrebbe fornire una via di fuga per coloro che cercano sicurezza. Il tutto mentre il segretario di Stato Anthony Blinken si appella a Israele per una reazione più in linea con il diritto internazionale.

(Redazione/9colonne)

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