Israele, l’esercito: “Hamas pagherà caro”. 260.000 gli sfollati da Gaza

Il primo ministro d'Israele Benyamin Netanyahu.
Il primo ministro d'Israele Benyamin Netanyahu. (ANSA)

MADRID. – “Sabato mattina i terroristi di Hamas hanno attaccato attraverso i campi. Alcuni sono atterrati in parapendio. I terroristi andavano casa per casa, massacrando neonati, madri e padri nelle loro camere da letto. Hamas pagherà per questo crimine”.

Questo il messaggio diffuso questa mattina su X dall’esercito israeliano. Una “nota” priva di dati, gelida, un avvertimento agli integralisti che hanno attuato una strage senza precedenti nel Paese ebraico, che non gli si darà tregua.

Una minaccia che sembra il preludio all’annunciata offensiva totale di Tsahal contro la Striscia, un segnale dell’imminenza della quale viene dalle parole pronunciate nella serata di ieri dal ministro della Difesa israeliano Yoavv Gallant il quale ha detto ai soldati che “usciremo dalla terra” per vendicare chi è stato trucidato dagli integralisti.

In un discorso ai militari nei pressi della recinzione di Gaza, Gallant ha dichiarato che “Hamas voleva un cambiamento e lo otterrà. Ciò che c’era a Gaza non ci sarà più. Abbiamo iniziato l’offensiva dal cielo, poi arriveremo anche da terra”. Intanto continuano a giungere agghiaccianti testimonianze di quanto accaduto nel Kibbutz Kfar Aza, la comunità israeliana al confine con Gaza dove si è verificata una delle più pesanti carneficine compiute da Hamas in seguito allo sfondamento del confine.

Tra le vittime, come hanno appurato gli stessi giornalisti del Nyt e della BBC, vi sono neonati e bambini. Sembra probabile che gran parte degli omicidi siano avvenuti nelle prime ore dell’assalto di sabato.

Vittime e sfollati

Dopo giorni di sbalordito intorpidimento e caos nazionale, le dimensioni delle atrocità che hanno avuto luogo qui stavano ora diventando chiare. In Israele l’ultimo rapporto parla di oltre 1.200 morti e più di 2.800 feriti secondo l’esercito. Da parte palestinese il numero è salito ad almeno 900 morti e più di 4.500 feriti, secondo il Ministero della Sanità di Gaza. Inoltre, l’IDF ha affermato di aver trovato “circa 1.500 corpi” di combattenti di Hamas in Israele dopo l’attacco lanciato sabato dall’organizzazione islamista.

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato nella serata di ieri che l’attacco di Hamas contro Israele dimostra “una ferocia che non si vedeva dai tempi dell’Olocausto”, durante il terzo contatto telefonico con il presidente americano Joe Biden dall’inizio della crisi. Intanto, le condizioni della popolazione civile nella Striscia si fanno più critiche di momento in momento.

Secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari, sono oltre 260.000 gli sfollati da Gaza. “Nelle ultime 24 ore sono continuati massicci spostamenti nella Striscia di Gaza, dove il numero totale di sfollati supera ormai i 263.934”, scrive l’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA), in un comunicato stampa, aggiungendo che per questa cifra è previsto un ulteriore aumento. 175.486 di questi sfollati hanno trovato rifugio nelle scuole dell’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi (UNRWA).

Gli scontri continuano

A rendere la situazione ancora più precaria, il fatto che l’unica centrale elettrica della Striscia di Gaza e l’unico attuale fornitore di elettricità resterà senza carburante in 10-12 ore, come ha annunciato questa mattia la radio Voice of Palestine, che ha dato la parola al presidente dell’Autorità palestinese per l’energia, Thafer Melhem.

Lunedì Israele ha interrotto la fornitura di elettricità a Gaza come parte di quello che ha definito un “assedio completo” in risposta all’attacco di Hamas. E mentre il Papa ha chiesto questa mattina la liberazione degli ostaggi catturati dai terroristi e portati nella Striscia, gli scontri proseguono da una parte e dall’altra dell’enclave.

Almeno 30 persone sono state uccise e centinaia ferite nella notte in seguito al martellamento della Striscia da parte dell’aviazione ebraica che ha attuato centinaia di attacchi. Decine di edifici residenziali, fabbriche, moschee e negozi sono stati colpiti, ha reso noto il capo dell’ufficio stampa del governo, Salama Marouf.

Lo stesso esercito israeliano ha confermato di aver colpito diversi obiettivi di Hamas durante la notte sottolineando che i velivoli con la stella di David hanno distrutto i “sistemi di rilevamento avanzati” utilizzati da Hamas per individuare gli aerei militari che hanno inoltre colpito 80 obiettivi di Hamas nell’area di Beit Hanoun, nel nord-est dell’enclave, comprese due filiali bancarie utilizzate dal gruppo islamico per “finanziare il terrorismo”, secondo i militari.

Gli attacchi aerei hanno colpito anche un deposito di armi e un centro di comando operativo utilizzato dal gruppo militante della Jihad islamica. Due palestinesi sono stati inoltre uccisi ieri mattina (ma la notizia è stata diffusa oggi) dalla polizia israeliana dopo aver lanciato petardi e pietre contro la polizia a Gerusalemme Est.

L’incidente è avvenuto nel quartiere palestinese di Silwan, mentre gli agenti della polizia di frontiera operavano nella zona, ha aggiunto la polizia in una nota. Un agente è stato colpito da alcuni petardi, secondo la stessa fonte. “In risposta alla minaccia alla loro vita, gli agenti della polizia di frontiera hanno sparato a entrambi gli aggressori. La loro morte è stata successivamente confermata”, ha aggiunto la polizia. In quest’area la situazione è a dir poco tesissima.

Almeno 360mila palestinesi vivono a Gerusalemme Est, parte della Città Santa occupata e annessa da Israele, e aspirano a fare di quest’area la loro capitale. A Gerusalemme Est vivono anche 230mila israeliani. Una polveriera che può scoppiare in qualsiasi momento.

(Redazione/9colonne)

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