Eni celebra i suoi 70 anni. Descalzi: “Mattei ci ha insegnato a guardare al futuro”

MADRID. – Eni ha celebrato oggi i suoi 70 anni con un evento al Gazometro di Roma, un’occasione per parlare di energia e della storia italiana, con uno sguardo rivolto al futuro del Paese. Non è mancato il ricordo di Mattei: “Abbiamo colleghi in tutto il mondo, ovviamente – ha detto Claudio Descalzi, amministratore delegato Eni – ma il collega per antonomasia è Enrico Mattei, che ha radicato in noi questa capacità di andare verso gli altri, di non guardare solo al perimetro della propria azienda, al breve termine”.

Facendo un bilancio dell’ultimo decennio, l’Ad ha ricordato che “Negli ultimi dieci anni abbiamo messo quasi 10 miliardi di investimenti, rivoluzionando il settore della ricerca scientifica nei nostri sette centri di ricerca. Ovviamente questo è stato accompagnato da un cambiamento industriale, ma anche da un profondo cambiamento di business. Noi abbiamo investito per creare delle tecnologie che fossero nostre, che fossero non delle black box ma delle strutture che potevamo modificare, adeguare e migliorare”.

Parlando della situazione internazionale, invece, Descalzi ha sottolineato che “La nostra strategia è sempre stata quella di focalizzarci sul nostro gas, quello che viene dalla nostra esplorazione, dai nostri sviluppi, dalla nostra produzione in riserve che appartengono a noi e andare sempre meno verso gas terzi. Il gas russo, per esempio, è un gas terzo perché noi non facciamo attività in Russia upstream.

Quindi, riuscire ad avere un’indipendenza da un fornitore terzo che è legato a te solo da un contratto commerciale e non da una catena più profonda del valore. Lo abbiamo fatto soprattutto in Africa, e questo ci ha permesso di creare delle alleanze di lungo termine e nello stesso tempo contribuire allo sviluppo dei paesi dove investiamo.

Questo posizionamento industriale e questa solidità finanziaria ci ha permesso di uscire con successo da grandi crisi come quella pandemica e poi soprattutto come quella della guerra in Ucraina e quindi col taglio delle forniture dalla Russia”.

Al riguardo, l’amministratore delegato Eni ha affermato che “Il nostro elemento distintivo è l’interesse che manifestiamo per gli altri, e che si traduce nella creazione di un grande valore nel lungo periodo che supera quello del profitto nel breve. Questo significa anche lasciare buona parte dell’energia che produciamo al mercato dei Paesi che ci ospitano, oltre a creare lavoro, promuovere l’accesso all’energia, la diversificazione economica, lo sviluppo sanitario, imprenditoriale, agricolo e scolastico”.

Settant’anni di storia nazionale

Non sono mancati gli auguri da parte del mondo politico. In un videomessaggio, il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è intervenuta durante l’iniziativa. “Celebrare i primi 70 anni di Eni significa celebrare, di fatto, anche 70 anni della nostra storia nazionale – ha affermato la premier – Nel 1953, anno di nascita dell’Eni, l’Italia era molto diversa da quella di oggi. La guerra era finita da pochi anni e le ferite erano ancora profonde.

Eppure, gli italiani si erano già rialzati, stavano ricostruendo e ponendo le basi di quel miracolo economico che ha reso l’Italia una potenza economica globale. Non è stata una sfida facile, dobbiamo ricordarlo, perché in molti non guardavano di buon occhio l’idea che l’Italia potesse diventare una Nazione forte e con un sistema industriale altrettanto solido.

L’energia è stata tre le partite più difficili. Le industrie del miracolo economico erano dipendenti da fonti energetiche di cui l’Italia era sostanzialmente povera, su tutte il carbone, ed era fondamentale ridimensionare la nostra dipendenza energetica. Enrico Mattei è stato il primo a capirlo e su questa intuizione ha costruito un’azienda di Stato capace di confrontarsi con le grandi compagnie petrolifere mondiali e di dettare anche alcune regole al mondo dell’oil&gas”.

“Oggi, come allora, la questione energetica è strategica e certamente lo sarà sempre di più – ha continuato Meloni – La guerra in Ucraina ha innescato una crisi, da molti punti di vista, anche dal punto di vista energetico, ma questa crisi sono convinta che possa anche diventare un’opportunità. Come sempre. E l’opportunità può arrivare dalla nostra posizione geografica e dalla leadership che proprio aziende come Eni hanno saputo costruire.

Possiamo ambire a diventare l’hub naturale di approvvigionamento energetico dell’intera Europa e possiamo farlo se usiamo l’energia come chiave per costruire, con l’Africa e il Mediterraneo allargato, un partenariato paritario e vantaggioso per tutti. Per questo l’energia è uno dei tasselli di quel ‘Piano Mattei’ con il quale intendiamo conciliare l’interesse nazionale italiano con il diritto dei nostri partner a conoscere una stagione di sviluppo e progresso”.

“Ma la questione energetica è cruciale anche per dare una direzione più giusta e più equa alla transizione ecologica, che per noi deve camminare di pari passo con la sostenibilità sociale e con la sostenibilità economica – ha concluso la premier – Per farlo abbiamo bisogno di tutte le tecnologie: quelle già in uso, quelle che stiamo sperimentando e quelle che dobbiamo ancora scoprire.

Rinnovabili, gas, biocarburanti, idrogeno, cattura dell’anidride carbonica, ma anche tutte quelle tecnologie che consentono di trasformare sempre di più l’economia da lineare a circolare. E poi la grande sfida dell’energia da fusione: so che i ricercatori di Eni lavorano tutti i giorni per dare concretezza a questa prospettiva incredibile di aver così una fonte di energia pulita e illimitata”.

(Redazione/9colonne)

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