Gaza sotto assedio, Ue cancella aiuti ai palestinesi 

Foto di hosny salah da Pixabay

MADRID. – La Commissione europea sta rivedendo l’intero portafoglio di aiuti allo sviluppo destinati ai palestinesi, del valore di 691 milioni di euro e sospendendo immediatamente tutti i pagamenti. “La portata del terrore e della brutalità contro Israele e il suo popolo è un punto di svolta”, ha detto Oliver Varhelyi, il commissario europeo per i paesi vicini all’UE, in un post su X. “Non può più andare avanti come prima”.

Una mossa che arriva dopo quella analoga e che di fatto stringe ulteriormente il giogo intorno ad Hamas, ma soprattutto intorno agli abitanti della Striscia di Gaza. Dove l’assedio ormai è totale. “Niente elettricità, niente acqua, niente gas”, ha detto il ministro della Difesa israeliano Yoav Galant definendo i militanti di Hamas degli “animali umani”.

Circa 2,3 milioni di palestinesi vivono nella Striscia di Gaza, un territorio densamente popolato e colpito dalla povertà sotto il blocco dello Stato ebraico dal 2007. Al momento, il bilancio delle vittime accertate, da quando è scattato, sabato scorso, il blitz di Hamas, ha superato quota 1.100 di cui 700 israeliani e quasi 500 palestinesi. Risultano inoltre caduti 73 militari israeliani.

Sul territorio dello Stato ebraico, l’esercito sembra aver ripreso il controllo della situazione anche se le autorità temono che decine di terroristi possano essere ancora in circolazione. L’inviata speciale americana per l’antisemitismo, Deborah Lipstadt, ha definito quello messi in atto da Hamas “l’attacco più letale contro gli ebrei dai tempi dell’Olocausto” mentre la missione dell’osservatorio permanente dello Stato di Palestina presso l’ONU ha dichiarato in un comunicato che “questi sviluppi non sono avvenuti nel vuoto, ma sono stati preceduti dall’uccisione quest’anno di centinaia di palestinesi e preceduti da decenni di implacabili raid militari israeliani contro villaggi, paesi, città e campi profughi palestinesi”.

Sono oltre 123mila gli sfollati nella Striscia di Gaza, dopo i bombardamenti lanciati da Israele in seguito all’attacco di Hamas. Per l’agenzia delle Nazioni Unite OCHA, infatti, “Oltre 123.538 persone sono state sfollate internamente a Gaza, soprattutto a causa della paura, dei problemi di protezione e della distruzione delle loro case”.

Inoltre, sono 73.538 le persone che si sono rifugiate in 64 scuole dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa) nella Striscia di Gaza. Sul versante italiano, il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani è intervenuto su X per rassicurare sulla situazione degli italiani in Israele: Al lavoro per cercare di aiutare i connazionali bloccati in Israele a rientrare in Italia. La loro sicurezza è la priorità più assoluta del Governo”.

Da parte sua, intanto, l’Iran ha negato il coinvolgimento nel blitz. “Noi sosteniamo fortemente la Palestina, ma non siamo coinvolti nella risposta della Palestina, poiché essa viene presa solo dalla Palestina stessa”, ha scritto la missione iraniana presso le Nazioni Unite. Una versione smentita dalle colonne del Wall Street Journal, dove vengono raccolte le parole di alcuni alti funzionari di Hamas e Hezbollah, i quali sostengono che Teheran abbia approvato l’offensiva di Hamas contribuendo a pianificare le incursioni aeree, terrestri e marittime.

Dopo la riunione d’emergenza del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di ieri sera non è stata redatta alcuna dichiarazione congiunta. “Un gran numero di paesi hanno condannato gli attacchi di Hamas. Ma ovviamente non tutti”, si è rammaricato il vice-ambasciatore americano Robert Wood.

“Potete sicuramente identificarne uno senza che io dica nulla”, ha aggiunto, con una chiara allusione alla Russia. Da parte sua, il presidente americano Joe Biden ha ordinato “ulteriore sostegno a Israele di fronte a questo attacco terroristico senza precedenti da parte di Hamas”. Il segretario alla Difesa americano Lloyd Austin ha affermato che Washington “fornirà rapidamente alle forze di difesa israeliane attrezzature e risorse aggiuntive, comprese le munizioni”.

Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha cancellato un tweet in cui chiedeva un cessate il fuoco in Israele e Palestina, Lo spiega il quotidiano israeliano Haaretz, secondo cui nel suo tweet Blinken, raccontando la sua telefonata con il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan, “incoraggiava la Turchia a sostenere un cessate il fuoco e il rilascio immediato di tutti gli ostaggi da parte di Hamas”.

Nel nuovo tweet, Blinken ha sostituito quel messaggio con “Israele ha il diritto di difendersi, salvare eventuali ostaggi e proteggere i suoi cittadini”. Un segno di come, a 48 ore dallo shock mondiale, gli Usa abbiano deciso che posizione prendere.

(Redazione/9colonne)

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