Minori: nel 2022 record di reati (+10%), +27% le violenze sessuali

Con la cinghia in mano pronto a colpire la figlia.
Minori maltrattati in famiglia

MADRID. – Ennesimo record di reati a danno di minori in Italia nel 2022: sono stati 6.857, con un drastico aumento del 10% dal 2021, quando il dato aveva superato per la prima volta quota 6mila. Il peggioramento maggiore riguarda le violenze sessuali, cresciute del 27% in un anno: da 714 nel 2021 sono passate a 906 lo scorso anno, per l’89% ai danni di bambine e ragazze.

I dati, elaborati dal Servizio analisi criminale della Direzione Centrale Polizia Criminale, sono stati resi noti dalla Fondazione Terre des Hommes nel Dossier indifesa “La condizione delle bambine e delle ragazze nel mondo” 2023, in vista della Giornata mondiale delle bambine (11 ottobre).

Il documento è stato presentato stamattina a Roma, al Maxxi Museo delle Arti del XXI Secolo, alla presenza di Stefano Delfini, direttore del Servizio Analisi Criminale della Direzione Centrale della Polizia Criminale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza; Carla Garlatti, Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza; Oleksandra Romantsova, direttrice esecutiva del Centro per le libertà civili di Kiev, premio Nobel per la pace 2022; Donatella Vergari, presidente di Terre des Hommes Italia.

“I dati relativi al 2022 sono elevati, e alla preoccupazione per la crescita tendenziale degli indicatori, abbastanza costante negli ultimi anni, va aggiunto l’allarme per le possibili e gravi conseguenze che derivano da tale forma di violenza; le giovanissime vittime rischiano di diventare adulti che porteranno per sempre nella loro anima orribili e, spesso, invisibili cicatrici”, ha dichiarato nel rapporto di Terre des Hommes Delfini.

La situazione nel mondo

Per quanto riguarda il mondo, le guerre pesano in modo sproporzionato su bambine e ragazze, rispetto ai loro coetanei maschi, privandole dei loro diritti e violando i loro corpi. Sfruttamento e violenze sessuali, insicurezza, gravidanze precoci, matrimoni forzati e salute negata, malnutrizione, mancanza d’acqua e istruzione inaccessibile, sono alcune delle conseguenze che gravano sulla vita delle giovani nelle zone di guerra: i loro diritti fondamentali scivolano sullo sfondo. Molte di queste conseguenze si ripetono immutate da secoli e, nonostante gli sforzi globali, continuano a ripresentarsi nei conflitti più recenti, dall’Afghanistan all’Etiopia, dall’Ucraina al Sudan.

Secondo l’Unicef, tra il 2005 e il 2022, almeno 16mila minori hanno subito stupri, matrimoni forzati, sfruttamento sessuale e altre forme di violenza sessuale, commessi dalle parti in conflitto. Il dato è ritenuto fortemente sottostimato a causa dello stigma e dell’emarginazione che accompagnano questi reati e che, così, impediscono le denunce. La quasi totalità di quelle vittime, tra 2016 e 2020, è stata costituita da bambine: il 97%.

Sono 4,3 milioni, invece, le bambine che rischiano di subire MGF nel 2023, un dato destinato a peggiorare: entro il 2030, aumenteranno infatti a 4,6 milioni . I conflitti, assieme a cambiamento climatico, povertà e diseguaglianze, continuano a minare gli sforzi per cambiare le regole sociali, per sradicare in modo definitivo questa violenza di genere che danneggia il corpo delle ragazze e mette a rischio la loro vita.

(Redazione/9colonne)

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