Africa, Tajani: “Centrale per la nostra politica estera, ‘metodo Mattei’ è vero partenariato”

Il ministro degli Esteri e vice premier Antonio Tajani in una foto d'archivio.

MADRID. – “L’Africa è una priorità per gli interessi nazionali e gli equilibri globali. Il nostro governo l’ha messa fin dall’inizio al centro della politica estera italiana. Con un nuovo approccio: ascoltare, rispettare e costruire insieme. E un fitto calendario di visite e incontri”.

Così Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, durante il question time nell’Aula di Montecitorio, sui tempi di definizione del cosiddetto “Piano Mattei per l’Africa” e alle relative risorse finanziarie.

“L’Africa è stata il tema principale di tutti i nostri colloqui bilaterali, molti dei quali con capi di Stato e ministri africani – aggiunge – uscito da quest’Aula incontrerò di nuovo il ministro degli Esteri del Kenya, discuteremo di cooperazione economica e di rilancio del Centro spaziale di Malindi. Ecco cosa significa il ‘metodo Mattei’. Niente paternalismi o atteggiamenti predatori ma un vero partenariato”.

E continua: “L’Africa vista con occhi africani. In questa logica condivideremo alcune proposte con i governanti africani al vertice di Roma del 5 e 6 novembre e con loro le svilupperemo”.

Incrementare le joint venture

In relazione al ruolo del “Piano Mattei” per l’Africa, “Intendiamo mettere a sistema le attività che l’Italia realizza orientandole su priorità condivise e mobilitare nuove risorse non solo pubbliche. Vogliamo incrementare le joint venture per trasformare in loco le materie prime e con lavoratori africani, di cui il continente è ricco. La crescita è lo strumento più efficace per favorire la stabilizzazione delle aree di crisi e aggredire le cause di immigrazione e contrastare la diffusione del radicalismo”, prosegue Tajani.

“L’Africa è il primo beneficiario delle nostre attività – aggiunge – Nel continente abbiamo 400 iniziative a dono e più di 40 progetti a credito per un totale di circa 2 miliardi di euro”. E continua, in relazione al ruolo dell’UE, affermando che occorre “un Piano Marshall per l’Africa, che è ancora oggi più necessario”.

(Redazione/9colonne)

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