Migranti, Meloni all’Onu: “Guerra globale ai trafficanti”

New York, 20/09/2023 - Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, interviene alla 78ma Assemblea Generale delle Nazioni Unite. (Ufficio stampa)

MADRID. – L’Onu “non deve voltare le spalle” ai nuovi schiavi, facendo finta di non vedere il dramma dell’immigrazione clandestina. Un “business” che “proprio i rapporti dell’Onu certificano” aver “raggiunto per volumi di denaro il traffico di droga, e ampiamente superato quello delle armi”.

Così il premier Giorgia Meloni intervenendo nella notte italiana all’assemblea generale dell’Onu. Il presidente del Consiglio ha lanciato un appello affinché “si agisca tutti insieme” per contrastare “i trafficanti di essere umani”. Dunque, le Nazioni Unite hanno il “dovere di dichiarare una guerra globale e senza sconti ai trafficanti di esseri umani”, per difendere, in ossequio al suo atto fondativo “la dignità e il valore della persona umana”.

In questa “guerra” contro il business dell’immigrazione, ha aggiunto il presidente del Consiglio, “l’Italia intende essere in prima fila. Noi vogliamo combattere la mafia in tutte le sue forme, e combatteremo anche questa”. Meloni ha sottolineato la necessità di attuare il cosiddetto “Piano Mattei” per far decollare l’economia dell’Africa che “non è un continente povero.

È al contrario un continente ricco di risorse strategiche. Detiene la metà di quelle minerarie del mondo, tra cui abbondanti terre rare, e il 60% delle terre coltivabili, spesso inutilizzate”. Stigmatizzando lo “sfruttamento” imposto all’Africa dalle “nazioni straniere” il premier ha detto che “Spesso l’approccio è stato predatorio, e ciononostante perfino paternalistico. Occorre invertire la rotta.

Competere ad armi pari

L’Italia vuole contribuire a creare un modello di cooperazione, capace di collaborare con le nazioni africane affinché possano crescere e prosperare grazie alle risorse che possiedono”. Senza però cadere nel concetto della “carità”: per Meloni infatti la cooperazione deve essere attuata “da pari a pari, perché l’Africa non ha bisogno di carità, ma di essere messa in condizioni di competere ad armi pari”. In questo modo, si potrà “offrire un’alternativa seria al fenomeno della migrazione di massa, un’alternativa fatta di lavoro, formazione, opportunità nelle nazioni di provenienza, e percorsi di migrazione legale e concordata e dunque anche integrabile”.

Non poteva mancare, nell’intervento di Meloni, un capitolo dedicato alla guerra in Ucraina, rispetto alla quale “l’Italia ha scelto chiaramente da che parte stare. Lo ha fatto per senso di giustizia. Lo ha fatto perché è consapevole di quanto sarebbe difficile governare un mondo nel quale ha la meglio chi bombarda le infrastrutture civili sperando di piegare un popolo con il freddo e il buio, chi utilizza come arma l’energia e ricatta le nazioni in via di sviluppo impedendo di esportare il grano”.

(Redazione/9colonne)

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