Putin: “Contro Trump una persecuzione politica”

Donald J. Trump riceve il pallone della Coppa del Mondo 2018 FIFA dal presidente russo Vladimir Putin
Donald J. Trump riceve il pallone della Coppa del Mondo 2018 FIFA dal presidente russo Vladimir Putin durante l'incontro a Helsinki. EPA/MAURI RATILAINEN

MADRID. – Le inchieste giudiziarie negli Usa contro Donald Trump sono “una persecuzione per ragioni politiche”. Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin intervenendo al Forum economico dell’Estremo Oriente in corso fino a domani a Vladivostok. Putin ha poi affermato che accusare l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump di avere legami speciali con la Russia è “una totale assurdità”.

Secondo Putin, le attuali autorità statunitensi hanno rivolto l’intera società americana contro la Russia, e percepiscono la Federazione Russa “come un avversario o un nemico permanente e martellano questo concetto nella testa della popolazione”.

Comunque, ha aggiunto Putin, “non ci saranno cambiamenti fondamentali nei confronti della Russia nella politica estera di Washington, indipendentemente da chi sarà eletto presidente”. Secondo il leader del Cremlino, anche in America ci sono “molte persone che vorrebbero costruire rapporti d’affari buoni e amichevoli con il nostro paese e che, inoltre, condividono molti dei nostri punti di vista, in primo luogo quello relativo alla conservazione dei valori tradizionali. Ovviamente, però, queste persone vengono represse”.

Le vittime della controffensiva

“Le perdite delle forze armate ucraine a seguito della controffensiva ammontano a 71mila soldati. Inoltre”, le forze di Kiev “hanno perso 543 carri armati e 18mila veicoli blindati”, ha detto Putin aggiungendo che “gli Stati Uniti devono annullare il decreto di Zelensky che vieta i negoziati con la Russia”.

Putin è tornato anche a battere sul tema della restrizione dei pagamenti in dollari tra i paesi che non si riconoscono nel “blocco occidentale”, una dinamica che “ha portato al fatto che tutte queste nazioni ora pensano ai pagamenti nelle valute nazionali e allo stoccaggio dei risparmi non negli Stati Uniti”. In questo modo, ha chiosato il leader del Cremlino, “la fiducia nell’Occidente viene minata”.

La proposta: il 30 settembre “giorno della riunificazione”

Il presidente russo ha annunciato poi di aver presentato alla Duma di Stato un progetto per stabilire il 30 settembre come giorno della riunificazione della Federazione Russa e delle regioni di Donetsk, Lugansk, Zaporizhia e Kherson. Il disegno di legge che propone di stabilire una data celebrativa “in onore della riunificazione delle nuove regioni con la Russia”, annunciato ufficialmente questa mattina da Putin, è rintracciabile nel database elettronico della Duma.

In esso viene specificato che “Il 30 settembre è il Giorno della riunificazione della Repubblica popolare di Donetsk, della Repubblica popolare di Lugansk, della regione di Zaporozhye e della regione di Kherson con la Federazione Russa (2022)”. Se adottata, la legge entrerà in vigore a partire dalla data di pubblicazione ufficiale.

(Redazione/9colonne)

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